Il caldo forte, intenso, a tratti, opprimente mi accoglie, mentre sto per recarmi al parcheggio.
A quest’ora, sono poche le autovetture in sosta; mi muovo verso il buffet del Novhotel, per consumare il pranzo.
Alcuni sparuti pedoni cercano riparo dal caldo feroce, usando dei vezzosi ombrellini coprisole; altri, invece, indossano dei cappellini di foggia diversa. Il traffico è meno intenso del solito; probabilmente tante persone sono rimaste in casa, onde evitare di avventurarsi in un mare di fuoco, così come sembra oggi la città di Seul.
Un gruppo di uomini, in maniche di camicia, escono da un ristorante; i più anziani aprono la fila, non sarà, certamente, un caso, dal momento che, in quasi tutti i Paesi orientali (tra cui la Corea), il rispetto per gli anziani è tra i principi fondamentali del viver civile. Lo si manifesta in tutti i modi: anche cedendo loro il passo.
Un grattacielo, a forma d’onda di mare, si trova davanti alla stazione metro di Gangnam ed, in questa zona di Seul, il traffico s’ingrossa, s’intensifica, lentamente intasa le carreggiate a 5 corsie, a cui lati sorgono splendidi e monumentali grattacieli, la cui visiona mi affascina sempre di più.
Ecco l’imponente Gangnam Finance Center; giro alla sua destra e lo scenario non cambia. Tre straniere, oppresse anche loro dal caldo, passeggiano sul marciapiede.
E’ una notizia importante, poiché è difficile trovare degli ospiti occidentali in questo, pur ospitale, Paese, non essendo, ancora, la Corea una meta turistica privilegiata.
Sulla soglia di un negozio, sono attratto da una bellissima ragazza, che s’inchina al passaggio dei pedoni, cercando di attirare le loro attenzioni, vestita con un tuta rossa fiammeggiante…ma…santo Dio! E’ un robot!! L’avevo scambiata per una modella, tanto è bella e perfetta!! Eppur destando in me una certa attenzione, vedo che non accade con altre persone, le quali le passano vicino senza neanche guardarla.
Il Novhotel è vicino al negozio con la ragazza – robot. Devo far attenzione, perché non vorrei, arrivato all’hotel, porgere i miei saluti ad una bella robot! Fortunatamente, non è un robot, che m’indica dove si trovi il ristorante, ma un ragazzo in carne ed ossa, anzi più in ossa che carne, il quale mi accoglie nella bellissima hall.


La mia attenzione è rapita dal bellissimo lampadario centrale, sotto al quale un tavolo rotondo, abbellito da un vaso di fiori freschissimi.
Alla destra, vedo la reception con un comodo salotto davanti, occupato, in questo momento, da alcuni clienti.
Quattro grandi lampade sono messe sopra dei piccoli tavoli, mentre, ai lati, per completare l’arredamento di questo spazio, due poltrone di colore scuro non occupate.
Alla sinistra dell’ingresso, alcuni negozi e sul fondo, si può ammirare l’ampia Lounge, che si trova al piano inferiore. Vi si accede, scendendo la scalinata, che si trova alla destra del lampadario. Le poltrone di color grigio hanno un lungo e comodo schienale; si trovano intorno ad un tavolinetto marrone. Vedo quattro tavoli, concentrati in una parte del bar sopra un tappeto scuro; le cameriere si spostano tra i tavoli, dopo aver preso l’ordinazione e si recano verso il bancone, che è posto sulla sinistra.
Altre zone della Lounge hanno i tavoli predisposti nella medesima maniera.


Una bellissima esposizioni di vini, lungo la parete di un corridoio, introduce i clienti all’interno del ristorante, che si trova al primo piano.

La sala è divisa in due parti: la parte sinistra è occupata dai tavoli; la parte destra, invece, è occupata dal cibo. Appena si entra, s’incontra la sezione della frutta ed, a seguire, quella dei dolci occidentali e coreani; quindi, proprio dietro al mio tavolo, l’angolo dei formaggi, con un’ampia selezione di formaggi transalpini e del pane


Spostato sulla destra, c’è il “Korean corner”, che raccoglie prelibatezze culinarie di questo Paese, seguendo degli antipasti, le insalate (sempre presenti in ogni buffet) e due macchine per il caffè

Di fronte, i cibi sono, invece, cotti da cuochi orientali molto giovani: la sezione della carne, quindi alcune specialità della cucina cinese ed alla fine del sushi.
La sala è discretamente affollata; delle giovani cameriere, vestite con dei pantaloni neri e camicia di raso nera, si preoccupano di portare via i piatti dai tavoli e di distribuire l’acqua (gratis), contenuta nelle brocche. Tutta la parte sinistra offre la vista su strada e, nello stesso, tempo, garantisce un’illuminazione naturale al ristorante. …a proposito, buon appetito!