30 Luglio 2012. The tourist II

Prosegue il mio giro turistico alla ricerca degli angoli, dove si conservano ancora le origini di questo grande Paese.
E’ davvero difficile trovare, tra tanti grattacieli quello che resta di una storia di 5.000 anni; quello che ho visto è molto ben conservato, tutta l’area archeologica è pulita perfettamente, tanti contenitori per la raccolta differenziata ed i servizi igienici maniacalmente ordinati e compresi di tutto. Non mi trovo in un Paese perfetto, ma in un Paese molto ordinato e soprattutto organizzato; al contrario di noi italiani, che, spesso, all’ordine ed all’organizzazione preferiamo la…fantasia!
Utilizzerò, ancora una volta, la metro 3 (colore arancione) e scenderò alla fermata Anguk: visita al tempio buddista Jogyesa, che si trova nella zona di Insadong

Sono l’unico straniero, presente all’interno del vagone e sono ormai abituato a pensare al contrario: perché tutti stranieri vicino a me?
Il vagone è semivuoto e la metro continua la sua corsa di avvicinamento in direzione Anguk.
L’uscita per la mia destinazione è la numero 6, per raggiungere Insadong street.

Uscendo dalla metro, mi accorgo che ha appena smesso di piovere e l’aria è più fresca, forse riuscirò a girare con maggior sollievo rispetto a ieri.
Il traffico è sempre presente alla destra del marciapiede, dove sto camminando.
Giro a Insadong street, è la strada più breve, per raggiungere il tempio e sarà anche piacevole camminare in una via stretta con tanti negozi di souvenir, alcuno dei quali aperti, ai lati.

Insadong 11 gil.

Bisogna girare a Insadong 11 gil, per arrivare al tempio. Toh! Un ristorante italiano “Palazzo Due”, gli italiani ovunque con la loro cucina.

La pubblicità del ristorante italiano
“Palazzo Due”

Poco dopo incrocio Ujeongguk road ed il tempio è dall’altra parte del marciapiede.
Il Tempio Jogyesa è il tempio principale dell’ordine Jogye che rappresenta il buddismo coreano.
Costruito nel 1910 (primo tempio buddista edificato a Seul) con il nome Tempio Gakhwangsa, è stato subito il luogo del recupero dell’indipendenza del buddismo coreano.
Nel 1938, cambiò il nome in Tempio Taegosa e, nel 1954, fu chiamato Tempio Jogye.

La sala principale è aperta 24 ore, per permettere le pratiche di culto a qaulsiasi ora del giorno e della notte
Passo sotto la porta d’ingresso dell’area sacra.

La porta d’ingresso del Tempio Jogyesa

Arrivo nel mezzo di una cerimonia, che si sta svolgendo nella sala principale: il Daewoongjeon, che significa: “luogo per l’eroe, che ha superato i limiti dell’essere umano”, quindi è delle spiegazioni della parola Buddha. I tre Buddha rappresentati sono il Budda Sakyamuni (nel centro) con al lato il Buddha Amabhita ed il Buddha della Medicina.
Un bonzo, davanti alle tre statue del Budda, ripete la stessa melodia, accompagnandosi con un piccolo tamburo; un altro invece percuote una campana di tanto in tanto, volgendo le spalle alle tre statue.

Le tre statue del Buddha all’interno del Tempio

Ci sono diversi fedeli, molti sono avanti con gli anni; s’inchinano continuamente, partecipando così alla preghiera.
Il bonzo rallenta il suo salmodiare, mentre i fedeli s’inginocchiano. Ora solo il celebrante prega, intonando una nuova melodia; solo lui è in piedi all’interno del tempio.
Sull’ara, ai piedi delle statue, sono state poste delle candele accese, molti fiori e dei bracieri, per il momento spenti. Osservo dall’esterno la cerimonia senza disturbare.
Avendo il tempio alla destra (in cui la cerimonia continua) vedo la casa, dove vivono i Bonzi ed, alla sinistra, il Beomjongru con al centro la grossa campana Brahma ed ai lati la testa di un pesce in legno, il Tamburo del Dharma ed il Gong, che rappresentano i quattro strumenti del tempio.

La residenza dei Bonzi
Particolare del Beomjongru

Questi strumenti sono suonati, cantando, in successione: al mattino, poi quand’è sera e nelle occasioni speciali.
Il Tamburo del Dharma è suonato per la salvezza di tutti gli uomini; la testa del pesce in legno per tutti gli esseri, che vivono nell’acqua; il Gong per la salvezza degli uccelli e degli spiriti, che dimorano nello spazio.
Con le spalle al tempio, invece, ho di fronte il monumento dedicato alle sacre reliquie del Buddha.

Il reliquiario del Buddha

Le reliquie del Buddha furono donate a questo tempio il 20 agosto 1913 dal monaco dello Srilanka Dharmavara, quando compì la sua visita in Corea ed è meta di pellegrinaggi da parte dei fedeli, che s’inchinano in segno di rispetto e devozione.
Le preghiere ripetute hanno risvegliato il sole, che dona luce a questo luogo sacro, collaborando così a trasformare questo spazio sacro in un centro di energia spirituale, cui assetare le nostre anime inquiete.

Bosingak Belfry Esco dal tempio e vado a destra, rituffandomi nel traffico intendo e rumoroso.
Tanti negozi dedicati ai souvenir religiosi, alla fine dei quali in incrocio molto grande; proseguo per Sungnyemun.

Negozi di souvenir religiosi
nei pressi del Tempio Jogyesa
Sungyemun

Sono giunto alla fermata metro di Jonggak (linea 1 colore blu).
Vedo la Bosingak Belfry alla mia sinistra dall’altra parte dell’incrocio.

La fermata metro di Jonggak
La Bosingak Belfry

Belfry Bosingak è stata edificata nel 1396. Durante la dinastia Joseon (1392-1910), la campana suonava 33 volte alle 4 del mattino in occasione dell’apertura delle porte della città di Seoul, mentre alle 19 suonava 28 volte, per annunciare la chiusura delle porte; quindi era un regolatore della vita dei cittadini della capitale asiatica.
La campana originale fu distrutta in un incendio; nel 1468, ne è stata prodotta un’altra, che è stata rimossa, per essere conservata in un museo, mentre ora possiamo ammirarne una copia, fabbricata nel 1985.
Oggi questa campane è suonata, per 33 volte, alla mezzanotte del 31 dicembre, per segnare l’inizio del nuovo anno

Bosingak Belfry

Nuova destinazione il Tapgol park. Servendomi del mezzo più economico a disposizione di ciascuno (le gambe), m’incammino, avendo la Bosingak Belfry alla mia destra, su Jongno.

Supero la fermata metro di Jonggak (uscite 4, 9, 10 e 12); un bar “Tous le jours”! La fermata è d’obbligo. Ordino l’immancabile cappuccino ed un cornetto, che, si sente, è stato sfornato da poco: una fragranza davvero indimenticabile.

Il cappuccino

l piano superiore, c’è una stanza, dove poter consumare in tutta tranquillità.
Mi siedo davanti alla vetrata, che da sulla strada.
Una coppia, dietro di me, sta litigando “educatamente”, ma litigano, eccome! Chissà perché, quando litighiamo (qualsiasi lingua parliamo), riusciamo a farlo sapere a tutti, stranieri compresi!
Ragazzi, fate i buoni.
Un cliente straniero, come me, alla mia destra, legge degli appunti scritti su un grande quaderno.
Divoro il cornetto e mi rimetto in marcia.

Il fastfood Lotteria.
La risposta coreana a McDonald!


Incontro il fastfood Lotteria: la risposta coreana a Mcdonald.
Si mangiano dei panini assortiti di diversi cibi coreani e patatine fritte.
L’ho provato: per chi venisse a Seul e volesse mangiare nell’american fastfood, consiglio vivamente di provare il korean fastfood!

Oddio!! C’è mancato poco che fossi investito da un ciclista; distratto, com’ero, dalle vetrine dei negozi.
A Seul, i ciclisti corrono sui marciapiedi e non sulle strade, mettendo in serissimo pericolo l’incolumità degli inferociti (al passaggio delle bici) pedoni.
Le biciclette sono condotte da ragazzi liceali, i quali, pur di non frenare davanti all’ostacolo “umano”, preferiscono esibirsi in arditi e spericolati slalom, per evitare i passanti.
Per poco non mi prendeva quell’emulo di Francesco Moser! (in Corea conosceranno il nostro grande campione ed oggi produttore di eccellenti vini?).
Ecco McDonald (anche su questa via), la risposta americana al coreano Lotteria!

La risposta americana a Lotteria

Camminando, sono giunto a destinazione: il Tagpol Park è alla mia sinistra; attraverso la strada (c’è meno pericolo di essere investiti, perché i ciclisti non passano sulle strade) ed entro.

L’ingresso del Tapgol Park

Il Tapgol Park si trova sul sito del Tempio Wongak, distrutto durante il regno di Yeonsangun e Jungjong a causa della politica di repressione del buddismo.
Alla fine del diciannovesimo secolo fu l’irlandese John McLeavy Brown, commissario capo delle dogane in Corea a suggerire di costruire un parco in stile occidentale.
Fu realizzato nel 1890, diventando cos’ il primo parco moderno della Corea e fu aperto al pubblico solo dal 1913.
Il 1° Marzo 1919 fu proclamata, in questo parco, la Dichiarazione d’Indipendenza e cominciò l’inizio del movimento per l’indipendenza contro il dominio giapponese, diffonde dosi in tutta la Corea.
Ho visitato il monumento, che ricorda la marcia, svolta il 1° marzo 1913 per la dichiarazione d’indipendenza, edificato nel 1980, per commemorare l’importantissimo evento.

La statua di Byung Hee Son

A fianco, la statua di bronzo di Byung Hee Son (1861 – 1922), realizzata nel 1966. Era un attivista indipendente, che guidò 33 uomini, rappresentanti di tutto il popolo coreano, durante la marcia del 1° marzo 1913.

Sulla sinistra la Palgakjung, costruito nel 1897, trasformando il sito del tempio Wongak in un padiglione ottagonale, ed è stato usato come luogo per concerti per la famiglia imperiale.
Il 1 ° marzo 1919 alle ore 14, è stata recitata qui la Dichiarazione d’indipendenza.

Il Palgakjung, che è stato usato
come sala da concerto dalla famiglia imperiale

Al centro del parco, il Tempio Wongak, costruito nel 1465.
L’altezza della torre è di 12 metri; delle scritture buddhiste sono conservati all’interno della torre

Il Tempio Wongak

Da sfondo a tutto il giardino, i rilievi in bronzo, che ricordano la Marcia d’indipendenza.

I rilievi, che ricordano le varie tappe della
Marcia d’indipendenza del 1° Marzo 1913

Quasi nascosto tra le bellissime e curate piante, il memoriale in ricordo del Bonzo Han Yong Un (1879 – 1944), che fu anche poeta ed un attivista indipendente.

Il memoriale in ricordo del Bonzo Han Yong Un (1879 – 1944)

Il parco a quest’ora è frequentato soprattutto da anziani, che discutono tra loro; alcuni hanno dei larghi e coloratissimi ventagli.

Proseguo per la prossima destinazione: la Cattedrale cattolica di Myeong Dong, lasciando i miei carissimi anziani alle loro discussioni, intrise di memorie ed emozioni di una vita lunga, lunghissima e piena di ricordi, che, troppo spesso, noi, più giovani, non troviamo il tempo, per ascoltare.
La Cattedrale cattolica di Myeong Dong Si trova nella zona di Myeong Dong Euljiro.

Sui lati del marciapiede, ci sono dei pannelli di plastica di color grigio, contenenti informazioni turistiche assai preziose, che aiutano a procedere nella direzione giusta oppure a correggerla, se fosse sbagliata.

Pannelli per luoghi turistici

Incredibile! Una gioielleria (e non è l’unica) senza porta blindata!

Non ci sono ladri?
In Italia, prima di entrare in una gioielleria, per poco non ti sottopongono ad una perquisizione corporale…

L’ingresso di una gioielleria,
senza porta blindata!

Vado verso la fermata metro più vicina: Jongno 3 – ga (metro uno, colore blu) in direzione Soyosan e scenderò alla fermata Dongdaemun, per cambiare metro e prendere la linea 4 (colore celeste) in direzione Oido e scendere alla fermata Myeongdong uscita 8.

La fermata metro Jongno 3-ga.
La direzione per Oido

Appena scendo alla fermata metro Dongdaemun, trovo conforto nelle indicazioni, ripetute in più avvisi.

Fermata metro di Dongdaeumun
La salvifica linea celeste!

Percorro uno stretto corridoio in direzione della linea 4; salgo delle scale e trovo altre indicazioni, che – sembrano – voler prendere per mano il timoroso viaggiatore, che va alla ricerca della metro perduta. Proseguo, avendo alla mia destra, dipinta sul muro, la linea celeste, che va verso una scala mobile, alla cui sinistra Seven Eleven, l’emporio in franchising, dove compro dell’acqua (altrimenti passo allo stato gassoso).

Seven Eleven

L’ultima scala mobile mi conduce alla stazione dei treni.
Regola non scritta per l’uso delle scale mobili: posizionarsi sul lato destro del gradino, lasciando libero il lato sinistro per il passaggio dei passeggeri, che vanno più veloci del ciclista, che mi stava investendo poco fa.

La Cattedrale è a 200 metri dalla fermata metro.

Il sole fa sentire la sua presenza, anche se, ogni tanto, un po’ di pioggia rinfresca l’aria.
Ad un certo punto mancano le indicazioni, allora, per non sbagliare, si deve girare la prima via, che s’incontra, passando di lato al Seul Royal Hotel e la Cattedrale è poco più avanti, sulla destra.Ci sono dei lavori in corso, che provocano un rumore indiavolato (meno male che stiamo vicino ad una Chiesa, possiamo star tranquilli!).

La cattedrale

Entro, accolto da un silenzio straordinario; i pochi fedeli sono raccolti in preghiera.

Non ci sono funzioni sacre, non vedo sacerdoti in giro.

La cattedrale è in stile gotico; dalle ampie finestre ad arco acuto, con la figura del loto decorato, che si trovano sulle navate laterali, entra luce.

L’interno della Cattedrale

L’abside ha cinque vetrate, sempre ad angolo acuto, decorate con disegni, riproducesti la vita di Gesù.
Anche dall’abside, si è investiti dalla Luce, mentre il portale è il punto meno luminoso, perché il pellegrino, provenendo dall’esterno, proviene dal Buio ed, entrando nel Tempio di Dio, procedendo verso l’abside, laddove è conservato il Tabernacolo, va verso la Luce, verso la Conoscenza, verso il punto più luminoso.

L’abside, il punto più luminoso
Il Portale, il punto meno luminoso.

Le vetrate laterali, invece, sono interrotte dal muro (in un gioco di luce – buio; bianco – nero); il pellegrino, un poco alla volta, è ammesso alla Conoscenza ed alla Verità con il cammino verso l’abside.
Egli non può passare dal Buio alla Luce improvvisamente ed immediatamente, sarebbe accecato dalla Verità.
Ecco che il passaggio Buio – Luce (portale d’ingresso – abside) è reso graduale dalla luce, che entra dalle finestre, che si trovano sulle navate, più si procede verso il Tabernacolo e più questa Cattedrale, giustamente, si riempie di luce.
Il Tabernacolo è il luogo, che può essere occupato solo dal Sacerdote cioè da colui che getta i ponti con Dio.
Il fedele, pur investito dalla Luce, non è nello stato coscienziale del sacerdote, che, per mezzo dell’insegnamento ricevuto, è rinato nel giusto stato coscienziale, per essere tramite tra Cielo e Terra, tra Luce e Buio, tra Dio e gli uomini.

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