Itaewon è il quartiere degli stranieri, che vivono o lavorano a Seul. C’è una nutrita presenza di americani: difatti, notevole è l’impegno delle Forze armate degli Stati Uniti in Corea del Sud, per prevenire possibili attacchi dalla “sorella”, ma belligerante Corea del Nord. Siamo lontani dai grattacieli, che solleticano il cielo; la via principale è costituita da una carreggiata a due corsie; poi tanti negozi di souvenir, molti ristoranti di cucina internazionale (son passato davanti a “Villa Sciortino”, ristorante italiano) ed un nugolo di viuzze e viette, che si dipanano ai lati della via principale con tanti negozi, che si trovano al piano terra di stabili di pochi piani. E’ un quartiere, poi, che nella notte si accende di mille colorate luci di pub, discoteche e bar aperti fino alle prime luci dell’alba. Siccome desideravo di assaporare della pizza, possibilmente, simile a quella italiana: che è l’unica, vera pizza originale, sapevo che c’era una pizzeria dal nome molto curioso: “Pizzarium, pizza di Roma”. In effetti, a Roma e prorio di fronte al Colosseo, c’è “Pizzarium”, una pizzeria napoletana, che offre la “vera pizza napoletana”. Ho pensato: “Hai. Visto mai?” Avevo letto il curriculum del proprietario del locale di Seul, il quale era stato a lavorare nell’omonimo ristorante di Roma e ho pensato che la pizza l’avrebbe fatta davvero bene!

Il locale ha due ampie vetrate, che danno direttamente sulla strada ed offre della buona pizza a taglio: ho scelto la margherita, pizza con dell’ottimo salame piccante ed un ultimo trancio con patate e pancetta. Il gusto somiglia alla pizza italiana, anche se delle differenze ci sono. Il locale era frequentato da molti giovani e ho dovuto fare la fila, in una città, dove si sta in fila solo in mezzo al traffico! Segno che la pizza piace assai anche qui!

Ho visitato, poi, il “Lotte duty free”; ce ne sono molti di posti come questi in Corea. Sono spazi commerciali assai eleganti, dedicati a stranieri ed a cittadini coreani in partenza per l’estero: Acquistando dei prodotti in questi spazi, il giorno della partenza negli uffici dell’aeroporto si recupera parte dell’IVA. Solitamente, il “duty free” si trova all’interno dei numerosissimi centri commerciali, veri monumenti edificati allo shopping ed al consumismo. All’interno, si può acquistare dell’abbigliamento, rigorosamente di marca, della cosmetica di alta classe, anche dei souvenir.

Appena si entra, ci si trasforma in un’improbabile e disattesa preda di numerose commesse, tutte in divise, con il logo dell’azienda, che reclamizzano.
I sorrisi invitanti, il modo di fare molto educato, ma convincente e facilmente ci si trova seduti presso degli stands ed in pochi attimi si diventa cavie di profumi, maschere per il viso, crema per la pelle, crema per gli occhi, crema solare, crema per le mani. Ed ogni volta, che si prova a cambiare lo stand, avviene la stessa cosa: lascio immaginare facilmente che concerto cacofonico di profumi mal assemblati e creme nutrienti si emana alla fine del tour. E’ davvero una gara micidiale tra le varie commesse, che sotto quel sorrisino amorevole, nascondono, in verità, la maschera di Jack lo Squartatore, pronto a sbranare la sua indifesa preda!
