18 marzo 2013. Alla mostra “Impressionisti americani” presso l’Hangaram Art Museum di Seul

Perché non iniziare la settimana con la visita ad un’interessante mostra sugli Impressionisti americani, che si tiene, per pochi giorni ancora, presso l’Hangaram Art Museum di Seoul?
La giornata è decisamente primaverile, calda: ormai le temperature, da alcuni giorni, si sono stabilizzate attorno ai 10 gradi ed assisto al risveglio della natura, che emana i suoi profumi, i suoi odori. Soprattutto quando è sera, l’aria si colora di quel particolore odore primaverile, che infonde una dolce allegria all’anima, stanca di troppi mesi freddi e (per me) malinconici.
Appena esco dalla metro “Nambu bus terminal”, di fronte un bar davvero invitante: Tom’s and Tom. Essendo ancora presto per il pranzo, ne approfitto, per consumare una brioche col mitico cappuccino coreano, servito caldissimo in tazze salvacalore. La cassiera mi dona un sorriso Durban’s meraviglioso e mi consegna una chiave numerata: quando si illuminerà di tante luci rosse, potrò recarmi a ritirare quello che ho ordinato.  Poco dopo, entrano due ragazze, che prendono del caffe americano. La chiave s’illumina…vado per mangiare.
Dalla fermata “Nambu bus terminal”, bisogna percorrere una via stretta e, purtroppo, in salita, che costeggia degli enormi condomini, costruiti su piccole isole di verde; in uno spazio condominiale, trovo, in mezzo al verde, delle altalene e degli scivoli ben conservati, su cui, soprattutto durante il periodo estivo, chissà quanti bimbi trascorerrano divertiti del tempo, attorniati da genitori vigili ed attenti. La viuzza finisce in un tipico, largo vialone (ce ne sono moltissimi a Seul) a cinque corsie, super trafficato e, di front, il mastodontico Art center. La pubblicità di una fiction storica coreana, che sta avendo molto successo in questi giorni, mi accoglie all’ingresso, dove vedo anche delle poltrone a forma di sombrero molto divertenti.

La biglietteria è sulla destra, dopo il ristorante Bellini (povero Maestro! Ha dato anche il suo nome per un ristorante…).

Il museo si trova al secondo piano; vedo che hanno disposto nel corridoio ampio e soleggiato un grazioso stand, dove è possibile acquistare souvenirs della mostra.

Passo davanti deciso, per recarmi all’ingresso della Mostra, che si trova sulla destra e dove una deliziosissima ragazza si raccomanda di non usare la macchina fotografica, onde immortalare i lavori esposti.
E di lavori ce ne sono davvero tanti: un ampio spettro di artisti è presente qui a Seoul. Sono colpito da diversi quadri, davanti ai quali mi soffermo. Thomas Moran (1837 – 1926) “View of fairmount waterworks Philadelphia”. Esponente della Hudson river chool, famoso per aver spesso ritratto paesaggi di montagne. I suoi lavori furono esposti al Congresso degli USA ed un suo quadro è nello Studio Ovale della Casa Bianca.

Jasper Cropsey  (1823 – 1900) “Morning on the ocean” (1855). Pittore assai noto per il vivo cromatismo, che esprimeva in una generosa profusione di colori. La rappresentazione del paesaggio ha rappresentato la forma d’arte piu alta, poiché la natura e una diretta manifestazione del Creatore.
Albert Bierstadt (1830 – 1902)  “At the summit. Estes park colorado” (1870). E’ stato un cantore del selvaggio West; egli basava i propri dipinti su fotografie, che lui stesso scattava, arricchiti da abbellimenti pittorici.

Albert Bierstadt. “At the summit. Estes park colorado” 

William Morris Hunt (1824 – 1879) “Pasture by a pound” (1860 – 70). Nasce in una famiglia benestante, la sua vocazione per l’arte fu assecondata dalla madre, finanziando lo studio a Parigi, dove troverà anche l’amore in colei che diverrà sua moglie. Morì probabilmente suicida.
William Trost Richards (1833- 1905) “Glen head donegal Ireland” (1902). I suoi lavori sono conservati presso il Metropolitan Museum of Art; egli insistette nei suoi lavori sul principio di una pittura meticolosamente realistica, quasi fotografica.
Abbott Fuller Graves (1859 – 1936) “The nest egg” (1910). I soggetti dipinti furono principalmente le nature morte ed i giardini fioriti. Viaggiò in Italia e Francia, per tornare a Boston nel 1884, diventando insegnante alla Cowless Art School.

Abbott Fuller Graves. “The nest egg”

John Sloan (1871 – 1951) “Reddy at the pool” (1917). Famoso per aver saputo catturare l’essenza del circondario di New York, per questo, si disse di lui, di essere stato “il primo artista della Scuola di Ashcan, che aveva dipinto l’inesauribile energia  della vita di New York durante il primo Novecento”.

John Sloan. “Reddy at the pool”

Felicie Waldo Howell “Wall Street the noon hour” (1925). Dipinse soprattutto paesaggi. Ricevette molti premi per le opere create: Hallgarten alla National Academy  of Design, una medaglia d’argento dalla Societa di Washington Artists ed uno dal Club Washington Acquarello.

Birger Sandzen (1871 – 1954) “Farm on the smokey” (1941). E’ un pittore americano di origini svedesi, noto per i paesaggi. Ha prodotto le sue opere, quando era Professore del College di Betania del Kansas.
Louis Ritman  (1889 – 1963) “Woman sewing in a garden” (1915). Importante impressionista americano, nacque in Russia, ma si trasferì presto negli USA. Studiò in Italia e a Parigi, diventando ben presto un seguace degli Impressionisti francesi.  Fu definito un “maestro delle sfumature, uno squisito tesssitore di modelli. La sua abilità è senza ostentazione ed i suoi quadri emanano fascino e tenerezza”.
Theresa Bernstein (1890 – 2002) “Armistice day the New York Public library” (1918). Ha avuto un’incredibile vita, che lei stessa definiva “un incidente della natura”, essendosi spenta alla venerabile età di 112 anni! Di religione ebraica, proprio i lavori, che riproducono aspetti dell’ebraismo risultano i più profondi e sentiti.

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