Il nome è assai curioso: “Parmi ristorante italiano”. Chissà perché ho immediatamente pensato all’aria del tenore nell’opera “Rigoletto”: “Parmi veder le lagrime”, ma forse, non è questo il “motivo” d’ispirazione. Parmi, diminuitivo di Parmigiano?
E’ ora di pranzo, quasi quasi ci provo. Come spesso accade, devo recarmi al piano meno uno.

Una scala, che gira su se stessa, delle bottiglie di vino vuote messe in un angolo e poi il piccolo, ma davvero delizioso ristorante. Appena entro, la filodiffusione manda “Besame mucho”, cantata da una donna in modo assai sensuale. Un giovane cameriere mi viene incontro e mi guida al tavolo, che si trova alla destra dell’ingresso. Noto che la piccola, ma deliziosa sala, è divisa da due archi in mattone; ci sono solo poltrone ed i tavoli non sono molti.

Una coppia, piuttosto in la cogli anni, sembra apprezzare assai il nostro cibo. Il cameriere mi consegna il menu, scritto in italiano: in questo ristorante è possibile gustare antipasti e primi, di secondi non ce n’è traccia. Scelgo una “Ceasar’s salad” inventanta dal nostro Cesare Cardini ed un “aglio e olio”. La filodiffusione, intanto e passata dalle sensuali note di “Besame mucho” a hit di Tony Bennett, un crooner, che apprezzo molto.
Mi viene portata la Ceasare salad su un piatto ovale assai grande: larghe foglie d’insalata, tocchetti di pane, spruzzata di parmigiano e salsa tipica. Qualche attimo dopo, gli spaghetti (abbastanza al dente) con dell’aglio, tagliato a metà, che, fortunatamente, ha un sapore meno violento e micidiale del nostro.
Il cameriere mi chiede, se ho voglia di dessert: forse è meglio di no. Per oggi, puo bastare cosi.