9 aprile 2013. Una strana situazione

Oggi il tempo è capriccioso; stamattina, uscendo di casa, un bellissimo sole nel cielo illuminava le piante del condominio, regalando momenti di tepore, che avevo ormai dimenticato, dopo tanti giorni di freddo e vento, che avevano fatto precipitare le temperature. Ho incontrato il mio amico custode, sempre sorridente e pronto ad esaudire qualsiasi richiesta. Solo qualche passo e ho notato una presenza, piuttosto forte, di polizia per le strade. Strano! La città di Seul è alquanto vigilata e, soprattutto nell’orario, in cui gl’impiegati sogliono recarsi a casa, il dispiegamento di vigili urbani è notevole, perché si evitino eccessive file. Quando gl’impiegati si trovano nella propria casa, pasteggiano davanti al televisore, i vigli, discretamente, abbandonano le arterie, ormai poco trafficate. Quest’oggi di vigili urbani neanche l’ombra, di polizia, invece, tante automobili.
All’interno di autovetture Hyunday, un poliziotto perennemente attaccato al telefono; il collega, dietro di sé, che si guarda attorno. Quando si avvicinano al semaforo, se segna il rosso, attivano la sirena, bloccando il traffico. Sono ragazzi molto giovani, che hanno la tensione scritta sul volto. Perché, improvvisamente, un pattugliamento così presente, forte, costante; infatti, la presenza di poliziotti in strada è proseguita per l’intera giornata. C’è forse davvero la paura di un improvviso attacco o un attentato del Nord?
I notiziari, il web sono invasi da news provenienti dal Nord, dove il Leader – bambino sembra giocare con le armi, non essendo consapevole del rischio, che sta facendo correre al mondo intero. Tokyo, per difendere alcuni punti nevralgici, non ha esitato a schierare batterie antimissili anche nella capitale.  L’unico amico del Nord, la Cina, sembra che abbia compiuto passi decisi, allontanandosi dal pericoloso (ex?) alleato, lasciandolo in balia di se stesso. Non sa il baby dittatore che, se dovesse venir meno l’indispensabile aiuto cinese, lui insieme alla sua cricca crollerebbe miseramente? Diverse le analisi; tra le più verosimili, che ho sentito raccontare dai miei amici sudcoreani, è la seguente. Il baby capo sarebbe in difficoltà con gli alti gradi del suo esercito, che non gradirebbero ubbidire ad un giovinetto, privo di esperienza politica; quindi, le minacce atomiche servirebbero a rinsaldare il suo potere, convincendo anche quella parte, non dico ostile, ma insomma, critica nei suoi riguardi. Insomma, si mette a repentaglio la pace nel mondo, per personali motivazioni e per l’esercizio, la riaffermazione del proprio potere. In fondo, arrivarr ad essere il Leader di una Nazione asoli 28 anni!. E poi, dichiarare guerra agli USA, significherebbe cancellare il Mostro Yankee, che impedirebbe, attraverso le sue politiche imperialistiche, la crescita economica del Nord. Ecco un bellissimo esempio di immaturità: le cose vanno male, la colpa è sempre e solo degli altri. Perentorio l’invito, rivolto dal Nord, a noi occidentali, presenti al Sud, di ritornare nel nostro Paese, poiché non si vorrebbero coinvolgere cittadini stranieri in un probabile ed inevitabile conflitto.  Restiamo in attesa, perché domani potrebbe essere il giorno, in cui avverrebbe una dimostrazione di forza da parte del Nord.
Passerà la nottata?

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