Haydn: la civiltà della Sonata. La vita tranquilla di Haydn

Franz Joseph Haydn nasce il 31 marzo 1732 a Rohrau, nella Bassa Austria, il papà era un musicista dilettante, mentre la mamma lavorava come cuoca nel castello dei conti Harrach. Nel 1737, il cugino degli Haydn, Johann Matthias Franck, durante una serata musicale, convince il padre di Franz, Matthias, d’iscrivere il figlio alla scuola nella città di Hainburg, prospettandogli una brillante carriera ecclesiastica.

Georg Reutter (1708 – 1772)

Il giovane musicista si trasferirà nel 1740 a Vienna, per prestare servizio preso il coro del Duomo di S. Stefano sotto la direzione di Georg Reutter, cui seguirà l’ingresso del fratello, Michael, cinque anni più tardi.

Rivelatosi quale voce interessante da conservare nel tempo, contro la volontà paterna, Franz sarebbe stato sottoposto a quel particolare intervento liturgico, se, nel frattempo, non fosse giunta la muta della voce, che avrebbe posto fine al servizio quale corista e per rimanere a Vienna, si sarebbe dovuto arrangiare a vivere in un’angusta soffitta.

Michael Haydn (1737 – 1806)

Il poeta cesareo, Pietro Metastasio, occupava un appartamento nel medesimo stabile di Haydn, cosicché iniziò a procurargli degli allievi, incoraggiandolo, nel contempo, a frequentare la scuola di canto dell’allora celebre Nicola Antonio Porpora, di cui sarebbe diventato accompagnatore al pianoforte. Haydn si prestò anche quale cameriere, servendo – tra gli altri – Gluck e Wagenseil (musicista di corte), amici del Porpora.

Cupido scoccò malamente il suo dardo, colpendo il cuore del giovane musicista per la bella Therese Keller, la quale si sarebbe dedicata alla vita contemplativa, entrando in un monastero di clarisse. Così come accadrà all’amico Mozart, sposerà la sorella di Therese, Maria Anna Aloysia Apollonia, condividendone un’unione infelice.

Inizia il lungo e felice percorso di compositore, che dopo una serie di quartetti, si arricchisce della prima sinfonia per l’orchestra del conte Merzin, alla cui corte sarà impiegato fino al 1761, per passare poi alle dipendenze del principe Esterházy, che lo nominerà, dopo breve tempo, vicemaestro di cappella. Haydn rimarrà a servizio dell’antica e nobiliare famiglia d’Ungheria per tutta la vita. Alla morte del principe, Paul Anton, nel marzo 1762 gli succede il figlio, Nicolaus, che voterà a favore di un incremento dell’appannaggio a favore del musicista, che si vide anche aumentare il numero degli orchestrali a disposizione. Finalmente, raggiunta una certa tranquillità economica, il musicista potrà dedicarsi alla composizione, in cui, all’interno di una solida preparazione tecnica, sperimenterà ogni soluzione suggerita dalla sua vena compositiva. Egli così si mostrerà all’Europa quale il più grande musicista della sua epoca, eguagliato solo da Mozart.

Nikolaus Esterhazy (1714 – 1790)

Dal 1765, il musicista inizia la catalogazione delle sue opere; un anno dopo, muore il maestro di cappella, Gregor Werner, ed, automaticamente, Haydn ne raccoglie la successione. Il nuovo e più esteso incarico prevedeva anche la composizione di molta musica sacra unitamente a diversi trii (molti dei quali andati distrutti nell’incendio, che devasterà Einsenstadt) col baryton, uno strumento di sette corde, il cui uso scemerà nel corso dei primi anni dell’Ottocento, essendone il principe Nicolaus un valevole dilettante.

Nel 1766, compose lo «Stabat mater», che avrebbe riscosso un immediato successo in tutta Europa; purtroppo due anni più tardi un ennesimo incendio distruggerà gran parte dei beni di famiglia e molte partiture del Maestro andranno perdute. Nel settembre del 1768, avvenne l’inaugurazione del teatro d’opera con «Lo speziale», su testo di Carlo Goldoni. Nel 1770, la moglie, Maria Anna, si sarbbe accompagnata al pittore di corte, Ludwig Guttenbrunn. L’anno seguente, Haydn licenziò la «Sonata in do minore op. 30 n. 6 per pianoforte», che reca, per la prima volta, le indicazioni «crescendo», «sforzando» e «diminuendo», ed i «Sei Quartetti op. 17», cui seguirà l’«op. 20» e le «Sinfonie n. 46, 47, 45», che segneranno una svolta nel genere. Nel 1775, è eseguito a Vienna l’oratorio «Il ritorno di Tobia», lodato dalla critica, che rileva l’entusiasmo del pubblico, ammirato dall’arte di tessere così elegantemente espressione e naturalezza, nell’ardore degli interventi corali. Dal 1776, il teatro di Esterháza ospitò una stagione teatrale, che avrebbe presentato opere di autori italiani come «L’isola d’amore» di Antonio Sacchini e «La buona figliola» di Niccolò Piccini. Durante la stagione 1779, si esibiì il soprano, di appena diciannove anni, Luigia Polzelli, che diverrà l’amante del compositore e lo renderà padre di Alois Anton Nikolaus.

Luigia Polzelli (1760 – 1830)

Un nuovo incendio obbligò l’edificazione di un nuovo teatro, che sarà inaugurato il 25 febbraio 1781 con «La fedeltà premiata», che ottenne un grandissimo successo. Iniziò, quindi, la felice collaborazione con l’editore Artaria, che pubblicherà le sue composizioni in tutta Europa, dedicate soprattutto al pianoforte (il cui uso stava soppiantando quello del clavicembalo) ed ai Quartetti. Nel 1782, sfumò un viaggio in Inghilterra, dove il musicista avrebbe dovuto eseguire le «Sinfonie 76, 77, e 78»; tre anni più tardi avrà miglior riuscita la parentesi parigina, dove Haydn presenterà le «Sinfonie 82 – 87». Il ritorno in patria segnerà un forte impegno quale maestro di cappella nella stagione lirica del teatro Esterháza, il cui culmine sarà toccato nel 1786 con l’esecuzione di diciassette opere per centoventicinque rappresentazioni.

Dal 1785, aveva iniziato a frequentare il giovane Mozart, che, in omaggio alla nascente amicizia, gli dedicherò i suoi «6 Quartetti». I due grandi musicisti si riuniranno, per eseguire musica insieme e nel 1790 si esibiranno più volte a Londra. Il viaggio finalmente in terra d’Inghilterra era stato possibile, a seguito della scomparsa del principe Nicolaus. Il figlio, il principe Anton, tagliò i finanziamenti per l’arte, dispensando Haydn dalla sua ottima pensione e, nel contempo, sciogliendo la costosa cappella musicale. L’impresario Solomon organizzò il viaggio musicale a Londra, durante il quale Haydn sarà ricevuto a corte, otterrà la laurea honoris causa presso l’Università di Oxford, per cui eseguirà la «Sinfonia n. 92 – Oxford».

Nel 1793, a Bonn, durante il viaggio di ritorno a Vienna, conosce un giovane violista dell’orchestra dell’Elettore, Ludwig Van Beethoven, che più tardi si trasferirà nella capitale dell’Impero, per studiare contrappunto sotto la sua guida. Dopo qualche mese di studio, Haydn scriverà all’elettore di Colonia, Maximilian Franz, lodando il giovane Ludwig e predicendo una grande carriera come compositore.

Nel 1794, ripartì nuovamente per Londra, ottenendo un successo clamoroso con l’esecuzione della «Sinfonia n. 99» (in cui impiegherà, per la prima volta, i clarinetti), la «Sinfonia n. 101» (per cui il pubblico chiede ed ottiene il bis del primo e del secondo movimento) e la «Sinfonia n. 100 – La militare», forse il successo più grande della sua straordinaria carriera.

Grazie alla festosa accoglienza da parte del pubblico londinese, Haydn si tratterrà nella capitale inglese fino al 1795, anno in cui rientrerà a servizio della famiglia Esterháza, non prima di aver fatto conoscere le «Sinfonie 102 – 104». Il gesto non fu particolarmente apprezzato dal principe Nicolaus II, che chiederà al musicista la composizione di una grande messa per l’onomastico della moglie, Maria Ermenegilda, seguita da ulteriori cinque messe, che segneranno i più importanti lavori degli ultimi anni di Haydn. Per il compleanno dell’imperatore, Francesco II, compone il «Volkslied», che cantato alla presenza dell’illustre festeggiato al Burgtheater diventerà inno nazionale austriaco prima e tedesco poi. Nel 1799, è eseguito l’oratorio «La creazione» con straordinario successo di pubblico; l’anno dopo, morirà la moglie, Maria Anna.

Franceso II d’Asburgo Lorena (1768 – 1835)

Nel 1801, presentò «Le stagioni» ed il 1803 registra la sua ultima apparizione in pubblico per dirigere «Le sette parole». Nello stesso periodo, iniziò la composizione del «Quartetto n. 103», che rimarrà incompiuta; mentre si dedicherà alla catalogazione delle sue opere, licenziandosi anche da Kappelmeister del Esterházy. Per festeggiare il suo settantaseiesimo compleanno (nel 1808), Antonio Salieri dirigerà «La creazione», presente Beethoven, che, pubblicamente, si mostrerà assai riverente con il suo ormai anziano Maestro. Il 7 febbraio 1809, firma il suo testamento ed il 31 maggio muore; per i suoi funerali sarà eseguito il «Requiem» dell’amico fraterno, Wolfgang Amadeus Mozart.

(19 settembre 2018)

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