«Mai mai le nostre bocche ebbero un attimo di sazietà». Lettera di Gabriele D’Annunzio a Barbara Leoni

«Che risveglio! […]

Ti ricordi il risveglio? Svegliandoci allacciati, avemmo la coscienza piena della nostra felicità. Ti ricordi? Ti ricordi? Ti ricordi tu di quella continua inebriante insaziabile mescolanza dei nostri corpi non mai stanchi? Ti ricordi dei baci innumerevoli? Mai mai le nostre bocche ebbero un attimo di sazietà. C’erano dei giorni in cui non distaccavamo le labbra per sentire la voluttà di ricongiungerle. […]

L’intimità si faceva più profonda, il sapore delle carezze diveniva più acuto.

Oh come ti piange il mio cuore!

27 luglio 1890»

E’ mattina; forse le prime luci dell’alba. Come avrà trascorso la notte l’anima amante? La notte come il mistero, il poco visibile, il lato appena accennato dei luoghi, dei corpi. La luce del primo mattino sembra togliere la magia dell’incanto notturno, al fine di scoprire finalmente i contorni, introdurre quella luminosità, per cui le cose appariranno non per ciò che vorremmo che fossero, ma per ciò che realmente sono.

Il primo pensiero, l’unico pensiero è a lei; cosa farà? Sarà sveglia? Appoggerà delicatamente ancora il dolce viso sul cuscino?

Eppure egli vuole rimembrare nel ricordo della donna amata quel meraviglioso risveglio, che trovò i due corpi stretti, contratti, allacciati; carne contro carne; sospiro nel sospiro. E scoprire che la felicità consisteva anche in quell’indecente voglia di togliere anche l’aria, perché il contatto carnale avvenisse e fosse totale, assoluto.

Egli, attraverso l’uso della tautologia, vorrebbe risvegliare brillantemente il ricordo, l’emozione di quel particolare ricordo nella mente di lei, quando entrambi desideravano congiungersi, formare un unico corpo amante. E quanti baci voluttuosi, l’incontro tra le labbra, che schiudendosi avrebbero permesso la prima e forse più erotica penetrazione nell’altro. E così quella voglia di penetrarsi vicendevolmente non trovava mai pace, non trovava mai sazietà, ma solo desiderio insaziabile, inesauribile, infinito. Il sapore della saliva, che si confonde; due liquidi che si mescolano, si confondono, per formare un nuovo sapore, che sa di lei e di lui. Il bacio, l’atto più trasgressivo tra uomo e donna! Che induce i due amanti a cercare nuove e diverse emozioni. Cercare il contatto fisico, sciogliendo le vesti, perché la mano possa sentire il calore della pelle, assaporare la rotondità delle curve e poi fermarsi nei luoghi più reconditi, inaccessibili.

Oh come ti piange il mio cuore!

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