Il mito di Paride nella traduzione di Igino

Lorenzo Bartolini- Paride

Alessandro Paride nacque da Priamo, re di Troia, ed Ecuba, la quale, mentre era in attesa, sognò di generare una fiaccola ardente, da cui erano usciti molti serpenti. Gl’indovini intimarono alla regina di uccidere il nascituro, perché avrebbe portato la patria alla rovina. Quando Paride venne alla luce fu affidato a dei pastori, perché lo uccidessero, ma l’infante sortì in loro pietà e lo abbandonarono al suo destino. Fu miracolosamente trovato da dei pastori, che lo allevarono, nomandolo Paride.

Quando fu giunto alla pubertà, si affezionò ad un toro, così quando dei servi, inviati da Priamo, vollero prelevare l’animale, perché premio per colui che si sarebbe aggiudicato i giochi funebri offerti per Alessandro, Paride vi partecipò, sconfiggendo anche i mai conosciuti fratelli, tra cui Deifobo, che indignato provò ad ucciderlo senza riuscirvi. La sorella Cassandra rivelò l’identità del vincitore, che fu accolto nella reggia, riconosciuto figlio del re.

Eris
Francesco Albani – Le nozze tra Peleo e Teti

Si racconta che Giove, in occasione del matrimonio tra Peleo e Teti, futuri genitori dell’eroe troiano, Achille, invitò tutti gli dei al banchetto, escludendo Eris, la Discordia, la quale, dopo aver saputo dell’estromissione, scagliò una mela, invitando la più bella a raccoglierla. Sorse una forte lite tra Giunone, Venere e Minerva, quando Giove ordinò a Mercurio di trasportarle sul monte Ida, perché Paride giudicasse la più bella.

Sandro Botticelli – La nascita di Venere

Giunone le promise il potere sulla terra, Minerva lo avrebbe reso il più forte tra i mortali, mentre Venere gli assicurò l’amore di Elena, la donna più bella, figlia di Tindaro, re di Sparta. Paride proclamò vincitrice la Ciprigna, attirando le ostilità delle due perdenti nei confronti dei troiani.

Jacques Louis David – Elena e Paride

Egli riuscì a rapire, coll’aiuto della dea ramata, la bella Elena, che si trovava in Sparta, ospite del re, Menelao, per tradurla a Troia, dove l’avrebbe sposata. L’Eroe, figlio di Eros, è guidato dal suo dio, l’Amore; egli rifugge dal potere politico o fisico, poiché non sono propri delle sue intenzioni. Insomma, coll’amore, se guidati dall’amore, riusciremo sempre ad emergere (ma quanta fatica!)

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