Venerdì 4 marzo 2022, sul sito http://www.rainews.it, è stata pubblicata un’intervista a Roberto Carnero, autore del libro «Pasolini. Morire per le idee».
Il giornalista ha indagato a fondo sulla vita del Poeta, in particolare soffermandosi allo scandalo, provocato dalla pubblicazione di Ragazzi di vita, edito nel 1955, sul mondo del sottoproletariato romano. Pasolini abitava in una periferia di Roma, quindi conosceva, frequentava i ragazzi del luogo. Dopo aver scoperto il proletariato nella terra natia del Friuli, simboleggiato dai contadini e dai braccianti agricoli, Pasolini conosce una nuova realtà, ancora non contaminata dalla relazione politica, ancora troppo lontana dal mondo del lavoro e sindacale; egli sente la purezza della condizione, in cui vivono i ragazzi delle borgate romane.
Quindi assiste al fenomeno del boom economico, per causa del quale il sottoproletariato perde la sua purezza originaria, borghesizzandosi ed assumendo la mentalità della società del benessere. Al fine di ricercare quel mondo incontaminato, iniziano i viaggi in Africa ed in India accompagnato da Alberto Moravia, investititi anche loro dalla sempre più invadente modernità.
Il neocapitalismo avanzato pubblicizza attraverso tutto gli strumenti possibili la mentalità edonistica, basata sul possesso del maggior numero di bene, al fine di trovare piacere.
Chissà Pasolini come avrebbe giudicato la rete, i social ed i media moderni, fintamente democratici. Il Poeta vedeva nel mondo rurale la realtà, perché l’uomo era intimamente legato allo spazio fisico, che si contrapponeva all’irrealtà, a tutto ciò che è illusorio ed artificiale (come appunto la rete).
L’insegnamento più importante del Poeta consta nel metodo, che lo ha guidato (e che dovremmo utilizzare): trovare quel filo invisibile, che lega il presente con la storia, al fine di capire anticipatamente «la direzione del cambiamento».
Intuì profeticamente la centralità dell’economia, che avrebbe deciso il destino degli uomini, mentre la politica e la Chiesa avrebbero perso il ruolo decisionale (e così è stato). In fondo, anche l’attuale guerra tra Russia ed Ucraina è stata decisa per questioni economiche.
Infine, Pasolini come autore classico, che ci ha lasciato un’opera a mo’ di laboratorio, poiché egli stesso «continuava a tornare sui progetti, a rielaborarli, a rivederli, a riprenderli».
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