Agostino. «Commento al Vangelo di Giovanni».  «E per mezzo di Lui tutto fu fatto, e senza di Lui nulla fu fatto»

Il teologo afferma che il nulla è assolutamente il nulla ed il peccato ridurrebbe l’uomo a nulla.

Quindi cosa è stato fatto per mezzo del λόγος?

L’uomo, è la risposta.

L’uomo quale promozione della Parola, movimento della Parola, esercizio della Parola; e, in contrapposizione l’uomo ha creato l’idolo quale feticcio dell’Unità.

Il Tutto comprende il visibile, ciò che si manifesta agli occhi degli uomini quale promozione del pensiero di Dio, che ha dato luci alle stelle e movimento alle acque del mare, perché ogni creatura è stata informata dalla presenza di Dio.

Agostino rammenta come sia stato creato l’angelo ed il verme, nato dalla carne in decomposizione, i quali furono disposti in cielo ed in terra, ma entrambi furono concepiti dalla stessa mente. Anche l’uomo è carne, ed per ciò che la sua realtà fisica è destinata alla consumazione, alla disintegrazione, mentre lo spirito ha in sé la realtà, al fine di diventare forma angelica. Insomma, è ribadita, ancora una volta, la duplice essenza: quella divina e quella fisica; mentre la prima è destinata all’eternità, la seconda ritorna alla Terra, essendo composta di Terra.

Ogni essere vivente è parte di quel processo, che chiamiamo vita, la quale è originata della Sapienza, poiché in essa esiste già la vita.

Tutto ciò che è stato creato era già manifesto nella mente di Dio, il quale, dopo la creazione fisica, non ha smesso di pensare al creato, perché esso è rimasto vivo, impresso nella sua mente.

La vita costituisce un immenso vortice, il quale offre la luce agli uomini, al contrario degli animali, i quali non posseggono un’anima razionale, capace di contemplare la Sapienza.

La luce illuminò il Battista come l’Evangelista, il quale scrisse: «In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio, e il Verbo era Dio».

Molti uomini purtroppo si allontanano dalla luce, nel momento in cui prestano fede alla parte fisico – egoica, che li porta a peccare, e a rendersi ciechi, e quindi «la luce risplende tra le tenebre, ma le tenebre non l’hanno compresa»

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