Venerdì 11 giugno 2021, è stato pubblicato su il giornale La Stampa di Torino un interessante articolo a firma di Luigi Grassia.
La rotta, che avrebbe condotto Enea sulle spiagge del Lazio, attraverso un viaggio in sei paesi (Turchia, Grecia, Albania, Tunisia ed Italia) è stata ufficialmente inserita tra gl’itinerari culturali dal Consiglio d’Europa, anche al fine di rilanciare il turismo continentale dopo la grave pandemia.
La rotta si articola in ventuno tappe, fedele rappresentazione del viaggio, indicato da Virgilio: si parte da Troia (in Turchia), passa per il mitologico Monte Ida, che ospitò l’infante Zeus, per giungere a Roma, città dei Trattati del 1956, dove Enea incontra Evandro, re del villaggio sito sul Palatino.
La Rotta. Ilios, legata anche alla mitica figura di Omero, rappresenta l’inizio del viaggio, quindi si passa al Monte Ida, dove Anchise, padre di Enea, incontrò Afrodite; il sito archeologico di Antandros, secondo Virgilio, sarebbe il luogo dove sarebbe salpato Enea.
Da Delos, isola della Grecia, fu la patria del dio Apollo e della sorella Artemide (del Sole e della Luna), si passa a Butrinto (Albania), dove Enea incontrò la principessa tebana, Andromaca. Il Viaggiatore, secondo il racconto di Publius Vergilius Maro, avrebbe toccato il suolo italiano a Castrum Minervae, sede del santuario, appunto, di Minerva, di cui si conserva la statua di circa tre metri d’altezza.
Nel III libro dell’«Eneide», è scritto che nella città di Crotone, Enea, come tutti i viandanti, approdò, poiché il locale santuario dedicato ad Hera Licinia garantiva protezione da parte della dea. Dallo stesso luogo, sarebbe poi partito Annibale alla volta di Cartagine. Ad otto chilometri da Crotone, Enea sostò presso l’odierno Parco archeologico di Capo Colonna, sede del più importante tempio dorico, edificato intorno al 470 a. C.
Il suo viaggio si spinse presso le coste di Cartagine, sulle cui spiagge il Viandante su soccorso dalla regina Didone. Il grande amore fu interrotto da Mercurio, che ricordò all’Eroe il compito di fondare una grande città in Italia e la partenza provocò il ferimento mortale della regina, che Dante pose nel V Canto dell’«Inferno» tra i lussuriosi.
Nella successiva città di Trapani, trovò la morte Anchise, cui avrebbero dedicato dei giochi; essa ospitava il santuario di Afrodite. Quindi Enea decide di proseguire il viaggio, lasciando nell’erigenda città di Segesta quanti non avrebbero desiderato proseguire.
Nella città di Palinuro morì il nocchiero Palinuro, caduto in mare, di cui si conserverebbe il cenotafio.
Cuma fu la prima colonia greca dell’intero Mediterraneo occidentale. Nell’«Eneide», Virgilio narra del famoso Antro della Sibilla, la quale avrebbe avuto la funzione di vaticinare e poi di esser guida per Enea nel viaggio nell’Oltre.
Pozzuoli, città fondata dai greci, decaduta Cuma, avviò una politica propria; nel 388 a. C. cadde in mano ai Romani, i quali trascorrevano le vacanze in Baia.
Gaeta, dal nome Caieta, che secondo Virgilio fu la nutrice di Enea, città frequentata dalla nobiltà romana, sarà celebre per le numerose ville erette.
L’approdo finale è nella città di Lavinium (Pratica di Mare, borgo di Pomezia), dove sono stati scoperti un santuario dedicato a Minerva con centinaia di statue dedicate alle deità del V e della fine del III secolo avanti Cristo; ed un secondo santuario con tredici altari costruiti tra il VI ed il IV secolo avanti Cristo, dove ci sarebbe la tomba di Enea.
Lavinium diede origine a Romolo e, quindi, alla stirpe romana, discendente del mitico viaggiatore.
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