La vita di Papa Leone X. La discesa in Italia di Carlo VIII di Francia

Clarice Orsini (1453 – 1488)
Lorenzo de’ Medici (1449 – 1492)

Giovanni de Medici nacque l’11 dicembre 1475 in Firenze da Lorenzo il Magnifico e Clarice Orsini. La leggenda narra che la futura mamma durante la gravidanza sognasse di mettere al mondo un leone enorme ma docile, presago del grande futuro che avrebbe caratterizzato il nascituro.

Fu affidato presto alle cure d’insigni intellettuali, radunati in Firenze dallo zelo e dall’amore per la cultura espressa da Lorenzo, quali Marsilio Ficino, sostenitore della filosofia platonica; Giovanni Argiropulo, sostenitore di Aristotele; Poliziano, trionfatore nei classici, Pico della Mirandola, ed infine lo scrittore Bernardo da Bibbiena.

Al momento della nascita di Giovanni, l’Italia viveva nel periodo di pace: sul trono di Pietro, sedeva Sisto IV; Alfonso I su quello di Napoli, mentre il ducato di Milano era nelle forti mani di Galeazzo Maria Sforza.

Il sistema politico europeo non aveva una corretta conformazione, ed essendo i vari regni impegnati in guerre e scaramucce locali non avevano prestato sufficiente attenzione alla caduta dell’Impero d’Oriente (1453) per mano turca, che avrebbe potuto porre in seria difficoltà la civiltà cristiana.

Pio II (1405 – 1464)

Nulli furono i richiami di Pio II, il quale varò una politica d’avvicinamento colla cultura turca, da cui avrebbe desiderato la conversione.

Il collegio cardinalizio radunava i rampolli provenienti dalle case reali più importanti d’Europa, così Lorenzo individuò nel suo secondogenito la persona maggiormente adatta ad attendere al soglio petrino. Nel 1482, Giovanni ricevette la tonsura e l’ammissione presso gli ordini sacri; l’anno successivo sarebbe stato nominato da Luigi XI, re di Francia, presso l’Abbazia di Sainte-Marie de Fontfroide e poco dopo avrebbe ricevuto l’investitura di altra badia di Passignano da parte del papa.

Sisto IV (1414 – 1484)
Innocenzo VIII (1432 – 1492)

Sisto IV terminò il suo cammino terreno il 12 agosto 1484; il Collegio promosse al soglio il cardinal Giovanni Battista Cybo, che scelse il nome di Innocenzo VIII. Nel mese di novembre, giunse a Roma Piero de Medici accompagnato da Giovanni Tornabuoni, perché facilitassero l’ingresso di Giovanni presso il Sacro Collegio, in considerazione della parentela, che avrebbe legato la famiglia fiorentina al neo pontefice, il di cui figlio, Francesco Cybo, avrebbe sposato Maddalena, terzogenita di Lorenzo.

All’inizio del 1488, il Papa ebbe in animo la creazione di nuovi cardinali e così, grazie alle insistenze dei Medici, il 9 ottobre Giovanni ottenne la dignità del titolo in Santa Maria in Domnica, ma non l’accesso presso il Collegio, perché studiasse teologia e diritto canonico. Il De Medici s’iscrisse all’università di Pisa, seguendo i corsi di Filippo Decio e Bartolomeo Sozzini.

Finalmente il 9 marzo 1492, Matteo Bosso, superiore del monastero di Fiesole, rivestì della porpora romana Giovanni, il quale concesse immediata indulgenza a tutti i presenti, quindi si formò un corteo, che si diresse verso Palazzo Medici. Tre giorni dopo, il prelato partì da Firenze, per condursi dal papa, al fine di presentare i suoi omaggi, il giorno 23, accompagnato dal cognato e figlio del pontefice, Francesco Cybo, e da tutti i membri del Collegio.

Rodrigo Borgia (1431 – 1503)

Rodrigo Borgia, futuro Alessandro VI, era il Decano ed Arcicancelliere della Chiesa, nipote di Callisto III, aveva una relazione morbosa con Vannozza Cattanei, da cui ebbe quattro figli.

Francesco Piccolomini (1439 – 1503)

Francesco Piccolomini, nipote di Pio II, che lo aveva investito del titolo all’età di diciassette anni, sarebbe diventato nel 1503, Pio III.

Giuliano Della Rovere, autentico spirito guerriero, futuro Giulio II; Raffaele Riario, pronipote di Sisto IV; Ascanio Ludovico Sforza, fratello di Ludovico il Moro; infine gli Orsini ed i Colonna gravavano colla loro influenza sul Sacro Collegio.

Giuliano Della Rovere (1443 – 1513)

L’8 aprile del 1492, scompariva Lorenzo il Magnifico, richiamando in Firenze Giovanni, neo nominato legato della Santa Sede nel patrimonio in Toscana. Presto la trasferta avrebbe avuto fine, perché da Roma giungevano notizie poco rassicuranti sulla salute del pontefice, che sarebbe spirato il 25 luglio. Il 10 agosto si aprì il Conclave, diviso tra Ascanio Sforza e Rodrigo Borgia, mentre di cardinale De Medici votava per Francesco Piccolomini, uomo di profonda santità. Grazie alle ingenti somme distribuite tra i membri del Collegio, l’11 agosto 1492, fu elevato al soglio di Pietro il cardinale Rodrigo Borgia, che assunse il nome di Alessandro VI. La sua nomina destò preoccupazione nei maggiori stati europei ed italiani, e divise profondamente i membri del Collegio contrari al neo eletto; Giuliano Della Rovere riparò ad Ostia; Giovanni Colonna trovò asilo in Sicilia; mentre Giovanni tornò tra le sicure e tranquille mura fiorentine.

Ludovico Sforza, detto il Moro (1452 – 1508)

Ludovico Sforza, che governava il ducato di Milano, in virtù del nipote, Giovanni Galeazzo, il quale era giunto all’età appropriata per assumere le redini del comando, tentò di detronizzare il legittimo erede. Ferdinando I, re di Napoli, sollecitò la successione, mentre Ludovico tentava di assumere il controllo dell’azione politica dei diversi stati italiani nel proporre una visita degli ambasciatori, per omaggiare il nuovo pontefice.

Piero De Medici (1472 – 1503)

Piero De Medici si dichiarò contrario, chiedendo al re di Napoli di appoggiarlo, suscitando nel Moro la viva preoccupazione di un’alleanza strategica tra i due stati. Temendo il peggio, inviò il conte di Belgioioso presso la corte francese, per indurre Carlo VIII ad entrare in Italia, reclamando i diritti sulla sovranità napoletana, mentre tentava di stringere un’alleanza coi potentati più importanti. Alessandro VI aveva in animo di assicurare al figlio, Goffredo il possedimento di Napoli, e così il 21 aprile 1493 fu conclusa una lega composta da Roma, Venezia e Milano, dove la reggenza sarebbe stata prolungata a vantaggio di Ludovico. Ferdinando I provò allora ad avvicinarsi al pontefice, proponendo il matrimonio tra l’ultimogenito del papa, Goffredo, e Sancia d’Aragona. Ludovico chiese al Belgioioso di rafforzare la sua azione, per costringere le truppe francesi all’invasione pacifica dell’Italia. Da una parte la lega, dall’altra il patto Firenze – Napoli, che si sarebbe potuto allargare alla famiglia romana dei Colonna e al cardinale Giuliano Della Rovere, scoperto nemico del papa, perché si attaccasse Roma. Ferdinando I si oppose alla tentazione di arrivare nella città eterna, poiché c’era un matrimonio da combinare, nonostante la giovanissima età dei nubendi: tredici anni lui, diciassette lei. La scelta del Papa segnò una spaccatura in seno alla lega, per cui le preoccupazioni di Ludovico il Moro raddoppiarono, non avendo ancora nuove da Parigi. Carlo VIII, dodicenne, non si muoveva, poiché stava determinando il limite delle sue conquiste, che non si sarebbero trattenute al solo dominio napoletano, ma avrebbero riguardato l’impero turco da rovesciare, al fine di ripristinare  nella sua persona la dignità d’imperatore d’Oriente. Giunta la notizia al Moro, mostrò tutto il suo vivo compiacimento; quindi inviò una folta delegazione, composta da diversi nobili milanesi, sempre guidati dal Belgioioso. Fu forse la mossa decisiva, per smuovere il giovane monarca, il quale si pose a capo del suo esercito.

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