Andrea Del Verrocchio, pittore, scultore ed architetto fiorentino secondo le testimonianze di Filippo Baldinucci

Giorgio Vasari ne «Le vite de’ più eccellenti scultori e architettori» che scrisse Andrea Del Verrocchio non ebbe mai frequentato alcuna bottega, abbeverandosi all’esperienza di un maestro della sua epoca.

In un manoscritto «antichissimo», scovato in casa degli Strozzi, Filippo Baldinucci sostenne di aver rintracciato che il Verrocchio fosse stato tra i primi allievi di Donatello e che aiutò il Maestro nel lavorare il marmo nella Sagrestia vecchia di S. Lorenzo.

Incredulità di San Tommaso (Museo Orsanmichele, Firenze)

Nel 1466, scolpì il gruppo dell’«Incredulità di San Tommaso» nella chiesa di Orsanmichele, «in una nicchia, che fu fatta con disegno di Donatello suo maestro». 

Tomba a Piero e Giovanni De Medici (Basilica di S. Lorenzo, Firenze)

Tra il 1469 ed il 1472, realizzò, sempre in S. Lorenzo, la tomba per Piero il gottoso e Giovanni De’ Medici.

Tra il 1470 ed il 1475, realizzò il «Putto col delfino», che oggi si trova presso il Museo di Palazzo Vecchio.

Putto col delfino (Museo di Palazzo Vecchio, Firenze)

«Gettò la palla della cupola del duomo di Firenze, la quale con applauso, e festa grande trovò, che fu messa a suo luogo il dì 28 di maggio del 1472, dopoché restò finita la pergamena della lanterna di essa cupola, alla quale con gran solennità era stata posta l’ultima pietra a’ 25 d’aprile 1461».

Cenotafio del cardinale Niccoò Forteguerri (Cattedrale di Pistoia)

Nel 1478, realizzò il cenotafio al cardinale Niccolò Forteguerri nella Cattedrale di Pistoia.

In qualità di pittore, si distinse per una «tavola pe’ monaci di San Salvi, nella quale figurò il battesimo di Cristo» (oggi agli Uffizi). «In quella l’ajutò Lionardo da Vinci suo discepolo, allora giovanetto, che vi colorì di sua mano un angelo così bene, che, vistolo, Andrea si conobbe nella pittura tanto inferiore al suo proprio discepolo, che, dato bando a’ pennelli, tutto alla statuaria, ed al getto si applicò».

Battesimo di Cristo (Uffizi, Firenze)

Fu chiamato a Venezia, per realizzare il «Monumento equestre a Bartolomeo Colleoni» (in Campo San Zanipolo); «fu quest’opera l’occasione della sua morte, per un mal di petto, nel 1488 (l’artista aveva 53 anni). Il corpo di questo eccellente artefice fu da Lorenzo di Credi, altro suo discepolo amatissimo, condotto a Firenze, e nella chiesa di sant’Ambrogio nella sepoltura di ser Michele di Cione fatto seppellire. 

Monumento equestre a Bartolomeo Colleoni (Venezia)

.Fu Andrea il primo a mettere in uso il formar di getto le cose naturali, per poterle poi più facilmente studiare; e mise in pratica il far ritratti de’ defunti, formandogli di gesso, e poi gettandogli; e di quegli fatti a suo tempo se ne veggono fino in oggi moltissimi. Dee molto perciò il mondo a quello artefice, perché, mediante tale suo ritrovamento, si son conservate l’effigie di molti uomini santi, ed altri eroi, e con tale occasione si cominciarono ad esprimere il rilievo di stucchi, ed altra materia, figure, quanto il naturale, in sembianza di coloro, che per qualche particolar grazia, ottenuta da Dio per mezzo della Santissima Nunziata di Firenze, o altra sacra immagine, le offerivano in voto, e per memoria della grazia; laddove anticamente usavansi alcune immagini di cera, ed erano in gran parte in Firenze, si può dire a quello effetto, alcuni particolari mestieri, che per ordinario di altro non s’impacciavano, che di far di cera, e coloro, che gli esercitavano, chiamavansi cerajuoli».

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