Seneca. Lettere a Lucilio. «Perfezionare se stessi»

Nella Quarta Lettera a Lucilio, Seneca incoraggia l’amico ad essere deciso e veloce nel correggere gli errori del proprio animo, al fine di poter contemplare nella purezza dell’intuizione. E’ un sicuro ammonimento, perché l’uomo dimentichi la sua condizione infera, vera ed unica causa di tutti i suoi mali. Correggere se stessi, non può prescindere dal conoscersi attraverso la filosofia, l’amore per il sapere; allora l’uomo sarà anche libero dalla paura della morte. Solo colui che immagina di vivere assai a lungo è condannato – suo malgrado – a conservare tante fatiche e strazi, ed allora il filosofo invita Lucilio a staccarsi gradualmente dall’esistenza terrena, al fine di abbracciare con la giusta serenità la Grande Iniziazione, per imparare a morire. Abbandonando ogni preoccupazione terrena, applicando il distacco da tutto ciò che sia proprio della fisicità, l’uomo vivrà in serenità. Egli insegna anche a non ritenersi padroni, perché ciò che oggi acquistiamo, domani lo perderemo. L’uomo deve abituarsi a vivere nelle tempeste, che lo condurranno alla morte, via che intraprendiamo proprio il giorno, in cui nasciamo. Sono i limiti imposti dalla nostra stessa natura, che l’uomo vorrebbe, per spirito di contratto egoismo, forzare, abbondando nel superfluo. Imparando a vivere nella povertà, l’uomo scopre se stesso.

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