Giuseppe Gioachino Belli: «La Providenza»

Il sonetto fu scritto il 29 settembre del 1830. Ubbidisce alla rima ABBA – BAAB – CDC – CDC

La disamina inizia dal ceto sociale, cui s’appartiene. Chi ha la fortuna di nascere in una famiglia nobile potrà vantare una buona sorte; al contrario di colui destinato in una famiglia punto blasonata, il quale, per accaparrarsi la fortuna, dovrà solo sperare nell’aiuto di Dio.

E’ una facile e scontata previsione, che il Poeta ha ripetuto instancabilmente più volte, poiché l’uomo, al fine di mostrarsi docile e benevolo verso la classe benestante, ha preferito aggiungere alla volontà eterna anche quella degli uomini (intesa quella nobile).

Eppure – secondo il Poeta – tutto ciò è perfettamente inutile, poiché, anche se l’uomo si agita nelle sue cose, dovrebbe ricordare che tutto ciò che accade nel mondo è per l’esclusiva volontà di Dio.

La Divina Provvidenza la si scuote, vivendo con fede e devozione. L’uomo quindi sarà pago, avendo compiuto il so dovere; e mai dovrà mostrarsi meravigliato per ciò che accadrà nel mondo e quindi nella sua vita. Se la sua azione non dovesse incontrare il successo sperato, non disperi, perché prima o poi Dio creerà un’altra occasione.

È un ber dì cch’a sto monno sce vò ssorte,

Si nnun l’hanno antro che bbaron futtuti.

Er cristiano ha da di: “O che Ddio sciaggliuti

E cce pózzi scampa dda mala morte.„

.

Io te l’ho appredicato tante vorte,

Ch’a st’ora lo direbbeno li muti.

Ma ttu, ppe’ ggrattà er culo ‘a sti saputi,

Sce schiaffi in cammio:

“S’ Iddio-vò-e-la-corte”.

.

So’ cc…: cquaggiù ttutto e ppremissione

Der Zignore sortanto, e nnun ze move

Fojja che Ddio nun vojja in concrusione

.

Abbasta d’ave ffede e ddevozzione;

E ppoi fa’ ttirà vvento e llassa piove:

S’ Iddio serra ‘na porta, opre un portone.

(E’ un bel modo di dire che a questo mondo ci vuole buona sorte / Se non l’hanno altro che i baroni maledetti. / Il povero cristiano deve dire: “Che Dio ci aiuti / E che ci possa scampare dalla sorte negativa.”

Io l’ho detto ripetutamente / Che a quest’ora lo dicono anche i muti. / Ma tu (uomo) per grattare il culo a questi presuntuosi, / Ci metti invece: “De Iddio vuole e la corte”

Sono ridicolezze: quaggiù tutto è permissione / Del Signore soltanto, e non si muove / Foglia che Dio non voglia in conclusione

Basta avere fede e devozione; / E poi fai tirare il vento e lascia piovere: / Se Iddio chiude una porta, apre un portone)

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