Sonetto composto il 29 settembre del 1830, che risponde alla rima: ABBA – BAAB – CDC – DCD.
Un racconto assai drammatico, dove non c’è spazio per la giusta pietà cristiana. I due condannati a morte, la cui esecuzione sarebbe stata disposta l’indomani, si macchiarono di un efferato delitto: l’uccisione di un povero prete per furto. Il Belli, con trama davvero teatrale, e grande spirito di osservazione, racconta i preparativi del tristissimo evento, ricordando come s’invitasse la popolazione a rivolgere preghiere per la salvezza dei morituri. Sembra descrivere il lento passo delle Confraternite in cerca d’elemosine, e la riunione nelle chiese di Gesù e Maria al Corso, e della Natività di Gesù, che s’affaccia su Piazza Pasquino. Tutto insomma è pronto e all’ora certa le teste dei colpevoli saranno tagliate.
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Le tavolozze1 so’ a quest’ ora ar posto,
Le bbussolette2 ggià sse fanno avanti
E mmo er Gesummaria e l’Agonizzanti
Hanno messo er Zantissimo indisposto3.
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Domatina, ora-scerta4, ‘sti garganti5,
Si nun tiengono6 ppiù cch’er collo tosto7,
S’ hanno co’ cquer boccon de ferragosto8,
Da caca ll’animaccia com’ e ssanti9.
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E ffurno10 loro, sai?, ch’a ddon Annibbile11,
L’ assaltorno12 in ner Vicolo d’Ascanio
Pe’ rrubbajje13 un cuperchio de torribbile14:
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E jje diedeno un corpo15 subbitanio16,
Che jje penneva17 un parmo d’intestibbile18:
Sotto ar costato, equi, ppropio in ner cranio19.
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(1) tavolozze. Nell’imminenza di una condanna a morte, si esponevano delle tavole coi nomi dei condannati, invitando i fedeli alla preghiera per la salvezza dell’anime.
(2) bussolette. Erano dei piccoli recipienti, che portavano in processione i frati delle Confraternite, i quali invitavano i fedeli all’elemosina, onde suffragare le anime dei giustiziandi.
(3) indisposto. Disposto.
(4) ora scerta. Formula dell’annunzio di condanna.
(5) garganti. Delinquenti.
(6) tiengono. Tengono.
(7) tosto. Duro.
(8) boccon de feragosto. Con quel regalo.
(9) Da caca ll’animaccia com’ e ssanti. Con tutta rassegnazione.
(10) ffurno. Furono.
(11) ddon Annibbile. Don Annibale.
(12) L’assaltorno. Lo assalirono.
(13) rrubbajje. Rubargli.
(14) torribbile. Turibolo
(15) corpo. Colpo.
(16) subbitanio. Rapido.
(17) penneva. Ciondolava.
(18) intestibbile. Intestino.
(19) cranio. Testa.
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(Le piccole tavole sono a quest’ora al posto (giusto), / I barattoli (per le elemosine) già si fanno avanti / Ed ora la Chiesa di Gesù e Maria, e della Natività di Gesù / hanno esposto il Santissimo.
Domattina, all’ora certa, questi delinquenti / Se non terranno più che il collo rigido, / avranno quel boccone di ferragosto, / che cacheranno l’anima come i santi.
E furono loro, sai?, che a don Annibale, / Lo assalirono in Vicolo d’Ascanio / Per rubargli un coperchio del turibolo:
E gli diedero un colpo fulmineo, / Cosicché gli ciondolava un palmo d’intestino: / Sotto al costato, e qui, proprio in testa.)