La leggenda della papessa Giovanna

La papessa Giovanna è rappresentata dalla seconda carta degli Arcani maggiori.

Tanto tempo fa, viveva un principe, che aveva tre figlie. Alla primogenita chiese quanto bene sentisse per il genitore e costei rispose che il suo bene era grande quanto il mare.

La secondogenita rispose di volergli bene quanto era grande il cielo. Chiamò quindi l’ultimo nata, Giovanna, per essere a sua volta interrogata. Costei gli rispose che gli voleva bene come il sale. L’inaspettata risposta gettò nello sconforto il genitore, tantoché fu cacciata di casa. La giovane non si perse d’animo; decise di truccarsi, al fine di spacciarsi da ragazzo. Riuscì ad imbrogliare dei monaci, facendosi accettare quale novizio col nome di Giovanni, sapendo di latino ed essendo istruita. In breve tempo, divenne l’allievo più meritevole, per cui frequentò le scuole più importanti d’Europa.

L’Arcivescovo di Magonza la interrogò, chiedendole quale fosse il dono più prezioso dello Spirito Santo, ed ella rispose che fosse il Sale della Sapienza, ottenendo il consenso dell’intero consesso.

Col passar degli anni, crebbe la sua popolarità, tantoché percorse velocemente la carriera ecclesiastica, ottenendo la porpora cardinalizia. Alla morte di Adriano II, il conclave elesse al soglio di Pietro Giovanni VIII – Giovanna, il quale, dopo essersi insediato in San Pietro, si dedicò agli studi, distinguendosi per una condotta di vita semplice e frugale. Allontanò presto molti cortigiani, trattenendo presso sé un giovane assai bello, che aveva il compito di leggerle le Sacre Scritture.

Il cameriere, assai attento, notò la grazia delle mani del pontefice, il corpo morbido, la delicatezza della voce ed iniziò a nutrire dei dubbi sul sesso del successore di Pietro. Allora si recò da un frate eremita in odore di santità, il quale lo consigliò di condurre con sé la persona in giardino, per sottoporlo ad un’importante e veritiera prova: se avesse colto una rosa, per abbellirsi il petto, sarebbe stata una donna; se avesse colto un gelsomino, per adornarsi l’orecchio, allora sarebbe stato un uomo. Riuscì un giorno ad invitare il papa in giardino, e rimase sorpreso quando questi colse un gelsomino, per porselo dietro l’orecchio.

Il cameriere si recò nuovamente dal frate, il quale gli raccomandò prudenza, sottoponendo il papa ad un’ulteriore prova: avrebbe dovuto recarla in una sala d’arme. Se avesse imbracciato le armi, denunciava la sua sessualità maschile. Il cameriere avvisò il papa che sull’Urbe minacciava l’attacco dei Mori, per cui era necessario che l’esercito fosse provvisto di armi perfettamente funzionanti. Recatosi in armeria, il pontefice ispezionò minuziosamente l’artiglieria.

Fu necessario sottoporre il pontefice ad una terza ed ultima prova. L’eremita infatti consigliò di preparare un pesce; se l’invitato avesse preferito la metà che conteneva la testa, era un uomo; se avesse scelto la metà che conteneva il corpo, era una donna. La sera stessa si tenne la prova, ed il pontefice preferì la metà colla testa.

Terminata la cena, il papa chiese al cameriere di leggerle il passo della Bibbia, che narra della lotta di Giacobbe con un angelo ai piedi della scala. A bassa voce, si lasciò sfuggire che l’angelo era una femmina, ed il cameriere rintuzzò che sulla Sacra Scrittura si narrava di un angelo – uomo. Il pontefice ribadì che ogni essere umano avesse un angelo di sesso diverso; poi, rivolgendosi al cameriere, gli disse di considerarlo il suo, personale addetto celeste. Da quella dichiarazione, nacque un grande amore, che fu gelosamente tenuto segreto molto a lungo.

Durante la processione, il papa fu chiamato a presiedere la solenne processione da San Pietro a San Giovanni in Laterano. La donna era in stato interessante molto avanzato ed avvertiva i forti dolori del parto. Quando la solenne sfilata sacra stava per giungere a destinazione, la papessa diede alla luce il frutto del suo amore di fronte a tutta la corte pontificia ed il popolo tutto. Si scatenò una confusione totale; i sediari abbandonarono la sedia gestatoria, provocando la morte di Giovanna e dell’infante.

Qualcuno invece asserì che improvvisamente scomparvero, prima che la sedia fosse abbandonata.

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