Lettera di Girolamo Savonarola ai suoi genitori

In questa lettera, purtroppo non datata, Fra Girolamo si rivolse ai suoi genitori, ch’erano in evidenti ambasce per la sua scelta di abbandonare la vita profana, per chiudersi in convento. Qualora fosse stato chiamato da un principe ed avesse rifiutato l’opzione, allora i suoi genitori si sarebbero arrabbiati. Egli è stato chiamato da Cristo. perché l’angoscia? La disperazione? Forse, la delusione? Egli usò dei toni molto severi, quasi apocalittici, prefigurando quasi il carattere a tratti violento della sua predicazione. Li invitò decisamente ad abbandonare la mestizia, ed a vivere con orgoglio la scelta fatta. Savonarola si sentiva investito da un alto compito: essere a fianco di Cristo, per combattere le iniquità del mondo. Ecco l’alto motivo, che lo spinsero ad abbracciare la vita consacrata.

Di che lachrimate, ciechi, di che tanto piangete? A che mormorate, gente sanza luce? Se ’l principe nostro temporale mi havesse hora richiesto per cingermi la spada allato, in mezo il popolo, et farmi uno de’ sui degni cavalieri, quanto gaudio, quanta festa haresti facto? Et se io lo havessi repudiato quel dì, voi non mi haveresti reputato un pazzo?

O insensati, o ciechi, o sanza un raggio di fede. Il principe de’ principi, colui che è infinita potentia mi chiama con alta voce; anzi mi priega (o grande amore!) con mille lachrime, per cingermi una spada allato, di finissimo oro et di pietre preziose; et ponere mi vuole nel numero dei suoi militanti cavalieri. Et hora, perché non ho rifiutato tanto honore, benché sia indegno (et chi il refiutaria?), anzi, ringraziando tanto Signore, poi che così lui vuole, l’ho acceptato; voi tutti mi siete molesti, et ne doverresti jubilare et far festa, et tanto più quanto mi monstrate amore.

Che posso, adunque, dire di voi se di ciò vi attristate; se non che siete miei inimici capitali, anzi inimici di virtute? Se dunque così è, altro non dico a voi se non:

Discedite a me, omnes qui operamini iniquitatem, quoniam exaudivit Dominus vocem fletus mei.

Exaudivit Dominus deprecationem meam, Dominus orationem suscepit.

Erubescant et conturbentur vehementer omnes inimici mei, convertantur et erubescant valde velociter1 etc.

Gloria patri etc., qui peccatores convertit, et milites eos constituit in exercitu suo2.

Amen.

Ceterum, cum anima sit pretiosior corpore, gaudete et exsultate, quod me faciat Dominus gloriosus medicum animarum, dum vellem fieri medicus corporum3.

.

(1) Salmo penitenziale sesto. Via da me voi tutti che fate il male, il Signore ascolta la voce del mio pianto.

Il Signore ascolta la mia supplica, il Signore accoglie la mia preghiera.

Arrossiscano e tremino i miei nemici, confusi, indietreggiano all’istante.

(2) Convertì i peccatori e li fece soldati nel suo esercito.

(3) Inoltre, poiché l’anima è più preziosa del corpo, gioisci e rallegrati che il glorioso Signore mi fa medico delle anime, mentre io vorrei essere medico dei corpi

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