17 Luglio 2012. Pranzo al ristorante “Continental” dell’Hotel Shilla di Seul

Questa mattina Seul si è svegliata sotto una cappa di calore fortissima.
Ieri sera, una pioggerella aveva portato un po’ di piacevole frescura; mi sono recato al fiume Han, per respirare l’aria ancora intrisa di pioggia. Rincasando, qualche goccia ha bagnato miei vestiti.

Oggi pranzo all’Hotel Shilla, proprietà della famiglia Samsung. L’appuntamento è stato fissato alle ore 12.
Il mio stomaco è praticamente vuoto: stamane yogurt, una pesca e l’insostituibile Nespresso.

Al supermercato qui vicino casa, trovo dell’ottima frutta, assai gustosa ed a prezzo ragionevole, anche se più cara rispetto all’Italia.
E’ attivo anche un servizio di consegna a domicilio all’ora stabilita dal cliente. Ne ho usufruito; molto facile l’attivazione. Bisogna collegarsi al sito internet del supermercato, compilare (in lingua inglese) l’apposito modulo, procedere con l’ordine. Sul sito si trova, la disponibilità aggiornata dei prodotti in vendita. Il costo del servizio varia secondo il chilometraggio; nel mio caso è gratuito, abitando a 50 metri di distanza.
Avendo attivato da qualche giorno il servizio, ammetto di essere molto soddisfatto per la puntualità nella consegna e, soprattutto, per la qualità dei prodotti (fino adesso niente fregature).
Dall’attivazione del servizio, alla consegna della spesa tutto è fatto telematicamente.

Ho assaggiato lo “chamui”, un frutto autoctono; ha la forma di una piccola pera, all’interno ha dei semi da mangiare insieme alla polpa. Sapore zuccherino, morbida da masticare e colore giallognolo: da provare.

Lo stomaco protesta! Ha ragione.

Fortunatamente, non sto incontrando traffico. L’aria condizionata dell’automobile aiuta un poco a respirare.

Procedo in direzione Geumhodong, percorrendo un ponte, al cui centro vedo sfrecciare la linea metropolitana, i cui vagoni sono stracarichi di persone. In prossimità della fine del ponte, il treno s’infila in una galleria, portando con sé il suo carico d’umanità.
All’interno della galleria, trovo un po’ di fila, causata dal semaforo, che si trova all’incrocio poco più avanti. Imbocco una sopraelevata, che mi avvicina ai piani superiori degli stabili, al termine della quale, vedo lo stadio coperto di pallavolo in fase di ristrutturazione.
L’Hotel Shilla è lì, vicino allo stadio.
Percorro la strada privata, che mi conduce all’albergo; devo andare piano a causa dei numerosi cordoli presenti sul manto stradale.
La strada è leggermente in salita, al termine della quale vedo già il grattacielo dell’Hotel Shilla.
Arrivo all’ingresso, consegno l’automobile al valet parking e vado direttamente verso la porta scorrevole.

L’ingresso dell’Hotel Shilla. All’arrivo di un’automobile,
due addetti del valet parking si dirigono verso il cliente.

L’imponenza e la vastità della hall mi colpisce, soprattutto nel suo stile rigoroso ed essenziale.

La hall dell’Hotel Shilla.

Vado verso l’ascensore, che si trova sullo stesso lato della conciergerie, i cui inservienti sono tutti occupati.

Dei distratti clienti girano per la hall, scattando foto, altri chiacchierano, due deliziosissime damigelle sono sedute sul divano e commentano tra loro.

L’ascensore arriva subito: destinazione ventitreesimo piano Ristorante Continental

Una veduta dal 23° piano dell’Hotel Shilla

Appena arrivato al piano, un addetto del ristorante sulla cinquantina con i capelli finemente impomatati, composto nell’abito dalla tonalità scura, mi rivolge parole di benvenuto, guidandomi verso l’ingresso.
Il corridoio, che porta alla sala, è stretto, carattetizzato da marmi chiari.

Io, all’ingresso del Ristorante Continental nell’Hotel Shilla.

Una ragazza, dal sorriso infinito m’introduce nella sala, al cui ingresso, sulla destra, noto un pianoforte a mezza coda chiuso e, poco più avanti, una teca, contente una bottiglia di Romanee Conti!

Il pianoforte, situato all’interno del ristorante.

Mi fermo, per ammirare il celebre vino.
Passo vicino il buffet e non posso fare a meno di sbirciare tra i piatti: la sezione dei formaggi, il pesce, la carne e, poco più in là, i dolci.

Il piatto dei formaggi.
I piatti di carne
La sezione dei dolci.

ll mio tavolo è al centro della sala.
La ragazza mi regala il suo sorriso e mi affida alle cure del Maestro di sala.
E’ un giovane di trent’anni; anche lui indossa un abito scuro, con camicia bianca candido ed un cravatta tono scuro, inforca degli occhiali dalla montatura color oro. Mi piacciono i suoi modi: parla lentamente, scandendo le parole, con tono sommesso, aiutandomi nella scelta del menù.
Chiedo la lista dei vini, che mi viene portata dalla sommellier, avendo ricevuto un cortese cenno dal Maestro di sala, che si allontana, dopo aver ricevuto il mio ordine.
La sommellier, anche lei, è una giovane di circa trent’anni, Il viso, dalla forma ovale, cui noto un sorriso, che rivela una dentatura bianchissima e regolare, è incorniciato da capelli a caschetto color nero con dei colpi di sole rosso scuro. E’ in piedi alla mia sinistra.
Apro la lista dei vini e noto la presenza soprattutto di vini francesi di altissima qualità e spessore internazionale.
Oltre al Romanee Conti, il Dom Perignon (2002, 2003), Veuve Cliquot, Cristal, Moet Chandon…addirittura Chateau Margot e della casa dei Rothschild!!!
Insomma un trionfo di vini transalpini ed un salasso per il portafoglio!
Continuo a sfogliare, con la sommellier in attesa, e, finalmente, trovo un nostro vino / spumante: Ferrari Brut. Penso che andrà bene (alla tasca, si).
La sommellier si allontana, portando con sé la lista dei vini ed, in attesa del sospirato Ferrari, vado verso il buffet, che si trova vicino il mio tavolo.
Scelgo dell’eccellente pesce crudo, condito molto finemente. Mentre torno al mio tavolo, dove un cameriere ha posto una bottiglia d’acqua Panna, scopro d’essere l’unico cliente straniero!
Chissà cosa penseranno di me, se penseranno qualcosa, i clienti presenti.
Alla mia destra, tre eleganti signore sulla sessantina parlano tra loro; una teenager, con short bianchi, che esaltano le belle gambe, si avvia verso il buffet e non posso fare a meno di ammirarla (prima o poi dovrò imparare il coreano).
Alla mia sinistra, vicino all’ampia finestra, due signore, appena arrivate, parlano con il Maestro di sala, che si preoccupa di sistemare sopra una sedie le loro borse.
La più anziana impugna il menù con decisione e tempesta di domanda il cortese Maestro di sala, il quale risponde, elargendo larghi sorrisi.
Torno al mio tavolo, mentre la sala lentamente si riempie di clienti, ricevuti e accompagnati al tavolo dalla ragazza, che mi ha ricevuto.

Parte della sala del ristorante Continental.

Vorrei sapere dov’è la ragazza dai pantaloni bianchi…eccola, è dietro al mio tavolo ed è pure in muscolosa compagnia…meglio evitare complicazioni.

Assaporo il pesce; non può esserci miglior inizio.

La sommellier porta la bottiglia di Ferrari, dentro ad un cestello pieno di ghiaccio.
Posizionatasi sempre alla mia sinistra, estrae la bottiglia dal cestello, la asciuga con cura e mi mostra l’etichetta.
Si, è il vino, che ho ordinato.
Con cura, provvede a togliere il tappo, dopo aver tolta la carta e la gabbietta.
Attenta che parte il tappo! No, brava, non può partire, perché, rimossa la gabbietta, ha provveduto a sigillare il tappo con la mano sinistra.
Ora inizia a svitare la bottiglia dal tappo, osservo il movimento lento della mano destra, mentre arpiona con pollice e indice sinistro il tappo. Brava!
Il tappo cede lentamente, uscendo si ode un rumore sordo e della CO2 visibilmente esce dalla bottiglia. Versa lo spumante nel bicchiere per il vino, come le ho precedentemente chiesto, vedo il perlage, eccellente: mille sottilissime bollicine salgono ad illuminare il bicchiere.
Il colore è giallo dorato, cristallino ed al naso rilascia sapori fruttati.
Forse, è ancora un po’ troppo fresco, ma al palato la CO2 è gradevolissima, ha una buona acidità ed una buona persistenza.
Con il pesce, che sto mangiando, si abbina bene.
Scusate questo impeto di (giustificato e sano) patriottismo: siamo bravi, noi italiani, a fare il vino!

Terminato il pesce, in attesa dei piatti ordinati, mi dirigo verso il buffet e scelgo dei formaggi.
Do un’occhiata alla sezione dei dolci: meglio evitare!
Intanto, il cameriere ha tolto il piatto del pesce con le posate, predisponendone delle altre.
Continua l’abbinamento Ferrari – formaggi, stavolta è squilibrato, essendo la consistenza del vino superiore a quella dei formaggi.

Arriva il primo piatto: zuppa del giorno con misto di verdure; molto gradevole e garbato.

Zuppa del giorno con misto di verdure.

I camerieri (tutti giovani, abito scuro, modi garbatissimi) continuano l’andirivieni, recando portate ai tavoli, che attendono i clienti le sospirate ordinazioni.

Segue il piatto principale: risotto al tartufo del Perigord.

Il piatto principale: risotto al tartufo del Perigord.

Il forte sapore del tartufo viene dolcemente stemperato dalla salsa; è una degustazione, che accarezza il palato.
Il caffè mi ricorda che il pranzo finisce qui, cari amici, come il post, che avete letto, esercitando così la vostra pazienza.

A domani (se volete) con un’altra puntata de “Un italiano in Corea!”

L’occasione fa l’uomo ladro (non è il titolo di un’opera di Rossini?)

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