La nona fatica di Ercole

Nella Nona fatica, Ercole è incaricato di recarsi presso la palude di Stinfalo, al fine di stanare gli uccelli, con becchi di ferro, artigli affilati e piume d’acciaio che, nella regione dell’Arcadia, sbranavano gli uomini.

Gli uccelli, essendo maggiormente a contato con dio Urano, sono considerati  simbolo di spiritualità; la descrizione, fornita dalla fabula, invece c’illustra degli esseri mostruosi, poiché forniti di ferro, legato a Marte, simbolo della guerra (gli uccelli divorano gli uomini). Sia la testa che le piume sono fornite di simboli d’attacco, infatti, per la pesantezza, sono attirati dalla gravità terrestre, volendo significare l’immersione dell’uomo nella propria fisicità, nell’Ego, che inevitabilmente porta allo scontro chi ne è schiavo, anche inconsapevole.

Appena lo stormo intravede l’Eroe, stride, al fine di spaventarlo e tre uccelli si dirigono contro Ercole, il quale, servendosi della clava, riesce a rintuzzare i pesanti e pericolosi attacchi. Non sapendo come agire, si ricorda delle parole del suo maestro, il saggio e guaritore Chirone: «La fiamma che brilla oltre la mente rivela una direzione sicura». 

La fiamma è legato al fuoco della conoscenza prometeico; quindi, l’uomo, al fine di superare gli ostacoli, dovrebbe ricorrere ad un tipo di sapienza, sconosciuto all’esperito ed all’esperire, ma che trova conforto presso la Tradizione sapienziale espressa dagli Dei.

Ancora una volta, l’improvviso aiuto di un dio – Atena – risolve la fatica.

Infatti, Ercole, appellandosi alla sapienza di Minerva, figlia di Giove e di Metis, trova il modo, per allontanare dalla palude gli uccelli, battendo tra loro dei piatti d’ottone, lega nata dal rame (Venere) e dal piombo (Saturno). Ricordiamo come Venere sia nato grazie all’intervento violento di Saturno sul padre, Urano.

Altra significazione vorrebbe che l’ottone sia un catalizzatore del potere solare, da cui sarebbe nato.

Entrambe le spiegazioni ci forniscono esaurienti consigli, al fine del corretto uso degli Elementi: Ercole, ispirato da Atena – conoscenza, ricorre ad un metallo solare, nobile, al contrario del ferro, minormente ispirato sulla Via della Conoscenza.

Nella significazione legata al fatto cosmogonico, Saturno, il tempo è legato all’Amore (Eroe proviene da Eros); quindi se l’Eroe saprà aspettare che si compia da Cronos Kairos, troverà l’intuizione, derivata da Atena, atta a risolvere l’ostacolo.

La palude è libera.

La Nona fatica è legata al Segno dello Scorpione, secondo segno d’Acqua, il quale è rappresentato dallo stagno, pieno di vita, fecondo, umido, in attesa di generazione.

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