L’«Azione virtuosa» dalla «Iconologia» di Cesare Ripa

L’Azione virtuosa si finge in un uomo maturo e di bello aspetto. La testa è circondata da una ghirlanda d’amaranto dorata. E’ dotato d’armi e sopra l’armatura indossa un paludamento d’oro. Stringe nella mano destra un’asta, con la quale infilza un serpente; nella sinistra invece ha un libro, sotto il tallone del piede destro un teschio.

Si presenta in età matura, poiché dovrebbe rappresentare il tempo ideale, in cui si potrebbe raggiungere la perfezione.

E’ dipinto di aspetto molto gradevole, perché simboleggerebbe il bene prodotto dall’interiorità.

Il capo è coronato d’oro, in quanto le azioni virtuose irradiano la realtà. Il fiore dell’amaranto non perde mai il suo colore naturale, come le buone azioni non disperdono gli influssi.

Egli ha un’asta tra le mani, per combattere incessantemente i suoi mali, rappresentati dal serpente.

Il paludamento dorato denota che l’uomo rivolto al bene esprima intera la sua umanità.

Il libro, che stringe colla mano sinistra, indicherebbe che la cultura rende l’uomo illustre e famoso:

[…] ma ‘l nostro studio è quello

che fa per fama gli uomini immortali1.

Ha sotto il tallone un teschio a dimostrazione che l’azione virtuosa si riverbera nel tempo.

(1) FRANCESCO PETRARCA. Canzoniere. Sonetto CIV, pag. 60. Testo critico e introduzione di Gianfranco Contini. Annotazioni di Daniele Ponchiroli. Giulio Einaudi Editore. Collana: Nuova Universale Einaudi, 41 Torino 1964.

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