19 febbraio 2013. Visita al Museo della Banca Nazionale della Corea

In pochi anni, la Corea del Sud, uscita dalla dominazione giapponese, dalla seconda guerra mondiale e dalla seguente guerra fratricida con la Nordcorea, è riuscita a costruire velocemente un diffuso benessere economico, che la colloca tra i Paesi più ricchi del mondo. E’ nel Club del G 20 e, prima nazione asiatica, nel 2010 lo ha organizzato in Seul. 

La guerra di Corea termina nel 1953 e lascia sul campo centinaia di migliaia di morti ed un Paese completamente distrutto. Orbene, grazie ad un impegno costante, indefesso, totale, oggi i Coreani possono dirsi orgogliosi dell’odierna realtà, in cui vivono: un fortissimo riscatto costato davvero lacrime, sudore e sangue. 
Mi sto recando al Museo della Banca Nazionale di Corea, dove troverò, probabilmente, tracce del miracolo economico, descritto anche dal punto di vista storico.

Il Museo si trova di fronte alla sede centrale della Banca di Corea, un grattacielo, che tocca le nuvole, mentre l’edificio, che visitero, è un modesto (si fa per dire) complesso di tre piani.

Mi colpisce il lusso degli spazi, la modernità della tecnologia presente, con la quale viene descritto il cammino faticoso dell’economia coreana e come ci siano diversi spazi, creati appositamente per i più piccoli, perché possano iniziare a familiarizzare con i soldi attraverso dei giochi, dei cartoon o semplicemente dei plastici, raffiguranti i loro idoli.  

Si deve passare sotto un metal detector e, fortunatamente, al mio passaggio tace; discreta la presenza di forze dell’ordine all’esterno ed all’interno dell’edificio. 

In un plastico, riconosco dei personaggi occidentali assai famosi.  Che c’entrano con la Corea?  E’ presto detto: costoro sono stati effigiati, nel corso del tempo, su alcune banconote e monete internazionali. Abramo Lincoln, il presidente che abolì la schiavitù, la cui effigie fu impressa sulla banconota da 5 dollari (1963); la Regina Elisabetta, invece, corre dal 1961 tra le mani dei sudditi britannici sulla cartamoneta da 10 pounds; anche Amadeus fu ricordato dalla moneta da 5.000 scellini austriaci; mentre il Mahatma Gandhi (non è occidentale, lo sappiamo…) sulla moneta da 500 rupie indiane, manca il nostro Verdi, che, ricordo, effigiago sulle 1.000 lire…eh già! Le belle lire e quanto si campava bene!

Un po’ di storia.

La guerra di Corea distrusse completamente il tessuto economico della Nazione. Fu estremamente arduo rimettere in piedi l’industria, poiché non era possibile recuperare nulla di quello che si era creato precedentemente allo scoppio della guerra fratricida; non solo: la Corea fu spezzata in due, creando una zona demilitarizzata al 38° parallelo. Il Nord cadde sotto l’influsso del Blocco comunista sovietico; il Sud entrò nell’area di competenza della Nato. La Sudcorea riuscì, quindi, lentamente a ricostruire il proprio volto, grazie agl’ingenti aiuti, che ricevette dalla Nazioni estere amiche.

Nel 1962, iniziò il piano di ricostruzione industriale ed economica, si puntò anche ad attivare le esportazioni, ferme da troppo tempo e si avviò un piano economico che, un poco alla volta, tendesse a ridurre la forbice trai redditi pro capite, che erano troppo a vantaggio dei cittadini, che vivevano nei primi ricostruiti centri urbani.

Nel 1970, si diede un forte impulso all’industria pesante: alla petrolchimica,  alla produzione d’acciaio ed ai cantieri navali e, come conseguenza, la Nazione avvio un virtuoso ciclo di crescita del PIL, attorno all’8% annuo, pur rimanendo ancora irrisolti gli squilibri tra le varie classi sociali.

Nel 1980, il Governo cambiò la strategia economica, affidando, sempre più, le industrie strategiche ad investitori privati, che galvanizzarono una già eccellente crescita, portandola vicino al 10% annuo, grazie anche al settore immobiliare, che vedeva, per la prima volta dalla fine della Guerra, un proprio boom. I salari, rapidamente, crebbero, portando un certo benessere diffuso, che coinvolgeva sempre più strati della popolazione. Alla fine del 1990, grazie al processo di democratizzazione e liberalizzazioni in campo economico con la deregolamentazione dei tassi d’interesse, il reddito pro capite superò la barriera dei 10.000 dollari. Contemporaneamente, le famiglie iniziarono ad indebitarsi, per acquistare case, la seconda macchina per il primo figlio e l’ultimo modello del televisore, cosicché si arrestò il ciclo economico virtuoso; la Corea contrasse debiti con i Paesi esteri e alla fine del 1997, la crisi esplose con molta virulenza, investendo l’intera società. Il FMI appressò un piano di salvataggio, a condizione che le Istituzioni, attraverso una cura da cavallo, risanasse le finanze ed avviasse un nuovo piano di ristrutturazione industriale.  Le politiche economiche, messe in campo dalle Istituzioni, procurarono un rapido miglioramente delle finanze e l’industria riprese velocemente a produrre, sicché fu possibile staccarsi dalle secche di una cattiva recessione ed il FMI  tolse la “tutela” dall’economia coreana, stimata ormai in solida ed effettiva guarigione.

Al centro della prima sala, ci sono diverse teche, che contengono la cartamoneta coreana corrente: il “won”.  Iniziamo a conoscere, un poco più approfonditamente, come si mossero le Istituzioni monetarie, al fine di ricostruire il Paese.

Nel 1950, nasce la Banca di Corea e, nel luglio dello stesso anno, vengono emesse le prime banconote.

Nel gennaio del 1951, la Banca inizia a prestare moneta, regolamentando la transazione con delle rigide disposizioni; due anni più tardi (siamo nel 1953), avviene la riforma della valuta: 100 won sono pari ad 1 hwan (la moneta cinese). Nel febbraio 1961, la Banca centrale coreana accetta anche monete estere nelle transazioni internazionali e nel mese di novembre, infine, vengono emessi i primi Bond.  Nel maggio 1962, il Ministero delle Finanze avoca a sé tutta la politica monetaria, che coinvolge le transazioni con l’estero, introducendo nuovi indirizzi, ma, di fatto, espropriando la Banca centrale di una delle sue più importanti funzioni.

 Nel mese successivo, c’è una nuova riforma monetaria: 10 hwan sono uguali a 1 won. Nell’agosto 1970, la Banca, con un’emissione speciale, celebra i 5.000 anni di fondazione della Corea.  All’inizio del 1974, per permettere all’economia di crescere, il Ministero delle Finanze inaugura una politica economica di prestiti alle imprese, ritenute strategiche nella prospettiva di riqualificazione e di forte sviluppo industriale, quali: la petrolchimica, le acciaierie, i cantieri navali. Due anni dopo, viene approvato un protocollo d’intesa con le maggiori industrie coreane, per sostenerle nella difficile opera di penetrazione nei mercati esteri. Alla fine del 1984 e fino al 1988, fu facilitato ed incentivato l’accesso al credito ai grandi gruppi industriali, che si erano conquistati uno spicchio di mercato nei paesi esteri, onde creare le possibilità per una penetrazione maggiore. Nel dicembre del 1988, fu liberalizzato il tasso d’interesse per i prestiti.  Nel gennaio 1990, nacque il SEACEN, l’unione delle Banche centrali del Sudest asiatico e, nell’agosto di due anni dopo, furono concessi dei prestiti speciali a delle Società d’investimento, che erano in gravi difficoltà. 

Nel febbraio 1994, furono sospesi prestiti, concessi a quelle grandi società, che operavano con successo sui mercati esteri.  Nel gennaio 1997, tutti i regolamenti finanziari furono armonizzati con i regolamenti del diritto finanziario internazionale ed, alla fine dello stesso anno, la crisi investiva le principali società quotate in Borsa ed anche alcune banche, che furono immediatamente aiutate con forti finanziamenti pubblici. L’ufficio della supervisione, interno alla Banca centrale, fu separato dalla Banca.  Alla fine del 1998, le Istituzioni finanziare dovettero anche affrontare un forte aumento dei prezzi, che, in poco tempo, fece salire l’inflazione.  Nell’agosto del 2001, termina l’intervento del FMI, al fine di riequilibrare il deficit accumulato dagl Enti economici in crisi. Grazie al risanamento finanziario, attuato dalla Istituzioni coreane di concerto con il FMI, la Corea poté contare su un nuovo ciclo di forte espansione economica.

In una piccola, ma proprio piccola teca, vedo esposta la cartamoneta nordcoreana! La Corea del Nord, per molto tempo, agli stranieri, che visitavano il Paese Eremita, consegnava delle obbligazioni, che potevano essere spesi all’interno del Paese, in cambio della valuta estera. Dal luglio 2002, le Istituzioni Nordcoreane accettano che gli stranieri possano utilizzare, all’interno della Nazione, le proprie valute.

Insomma, un piccolo excursus storico, all’interno di un aspetto, che è trai piu importanti della vita delle persone. 

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