Mozart e Don Giovanni. Nascita di un capolavoro

Il 29 ottobre 1787, al Nationaltheater di Praga, andava in scena il dramma giocoso in due atti Il dissoluto punito ossia il Don Giovanni di Mozart. In una lettera del 4 novembre 1787, indirizzata all’amico Gottfried von Jacquin, il compositore affermava di aver raccolto, seduto al clavicembalo «un consenso clamoroso».

Mozart cominciò la composizione dell’opera alla fine del 1786. Intanto nel gennaio 1787, il compositore si recava a Praga, per assistere alle repliche del suo capolavoro Le nozze di Figaro ed, in quell’occasione, scriveva la Sinfonia di Praga. Dal direttore del teatro, Pasquale Bondini, riceveva l’incarico di scrivere una nuova opera, che sarà appunto Don Giovanni.

Lorenzo Da Ponte (1749 -1838)

Tornato a Vienna, incontra Lorenzo Da Ponte, e gli affidò la stesura del libretto del nuovo lavoro. L’amicizia artistica tra i due artisti risaliva già dall’anno 1783, quando iniziarono a lavorare su un progetto, che non avrebbe mai visto la luce: la composizione de Lo sposo deluso. Solo nel 1786, si dedicarono alla scrittura di un’opera intrisa di sentimenti rivoluzionari, tratta da La folle Journée ou Le mariage de Figaro di Beaumarchais. La rappresentazione fu vietata a Vienna, ma vinti gli ostacoli posti dalla censura, l’opera fu eseguita, riscuotendo successo a Vienna ed un trionfo nelle rappresentazioni successive a Praga. Mozart era al culmine della sua attività creativa, che stava volgendo – purtroppo – al termine. Dal 1784 al 1787, scriverà ben dodici concerti per pianoforte e orchestra, mentre nel 1785, termina la serie dei sei Quartetti d’archi dedicati a Haydn. Nel genere teatrale, aveva raggiunto le più alte vette artistiche colle Nozze di Figaro (genere buffo), Idomeneo Re di Creta (genere tragico, 1781) e col Ratto del serraglio (genere singspiel, 1782).

Nel 1787, aveva appena 31 anni ed i restanti quattro anni di vita, avrebbero consegnato alla memoria umana delle gemme preziosissime di indiscutibile valore artistico. Contemporaneamente alla composizione del Don Giovanni, che prese il via all’inizio del mese di febbraio 1787, egli si dedicò anche ad una serie molto nutrita di pezzi di musica da camera, che, pur essendo di nobile fattura, e non toccheranno i vertici raggiunti nel Don Giovanni, opera che influenzerà il mondo romantico ottocentesco musicale e letterario.

Il mito di Don Giovanni resisteva sulle scene da quasi duecento anni, attraverso la letteratura ed il teatro di prosa, che rinnovavano l’impresa del libertino, il quale invita a cena la statua funebre di un uomo da lui ucciso e che perciò viene punito, sprofondando nell’inferno. Nel carnevale 1787, a Venezia fu rappresentato il Don Giovanni o sia Il convitato di pietra del compositore veronese Giuseppe Gazzaniga su libretto di Giovanni Bertati e probabilmente ciò determinò un forte interesse da parte di Mozart per la scelta del soggetto. Da Ponte fu immediatamente consapevole della portata eversiva del suo libretto, tantoché, durante le prove di scena a Praga fu espunto il verso Viva la libertà, per motivi di censura. Mozart raggiunse la capitale boema all’inizio dell’ottobre 1787 con gran parte del lavoro già composto. A Praga, si dedicherà alla scrittura dell’aria di Masetto «Ho capito», il Duetto d’apertura, il Finale dell’Atto secondo e l’Ouverture, composta la notte precedente la prima. 

Inserisce nell’Ouverture degli importanti spunti melodici, che ritroveremo all’interno dello svolgimento dell’Opera, perché il pezzo abbia una funzione anticipatrice del clima operistico ed il pubblico sia immediatamente all’interno del pathos espressivo voluto dal compositore. L’opera può essere divisa in due parti: nella prima assistiamo allo scatenarsi delle passioni in un’esaltazione dionisiaca delle voluttà umane; nella seconda invece l’elemento sovrannaturale s’incarnerà nella Statua del Commendatore, a testimonianza che solo l’intervento divino può frenare le implacabili voluttà del terribile seduttore. Da questa dicotomia, l’Ouverture (movimento lento – veloce) trae spunto in modo speculare: infatti il movimento lento presenta il tema drammatico della Statua, mentre nel movimento veloce spumeggia l’effervescente solarità del mito di Don Giovanni.

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