L’enigma di Stravinskij

Claude DEbussy (1862 – 1918)
Arnold Schönberg (1874 – 1951)

I lavori di Stravinskij c’impongono e ci pongono una concezione dell’arte sonora essenzialmente diversa da quella dei suoi predecessori, così come dei suoi contemporanei. Per quanto sia profonda la differenza con l’opera di Debussy e quella di Schönberg, si colloca all’interno dell’idea, che abbiamo della musica, mentre la musica di Stravinskij c’invita a modificare considerevolmente lo stesso concetto musicale.

Pablo Picasso (1881 – 1973)

Vi è un altro artista, la cui produzione dimostra un carattere altrettanto enigmatico: Picasso, il quale occupa una posizione analoga a quella occupata da Stravinskij presso i musicisti. Il virtuosismo realizzativo accomuna i due artisti, attraverso il quale volgono a loro piacere il tratto sconvolgente e capriccioso. I quadri di Picasso suscitarono entusiasmi ed attacchi, perché, pur attirandoci, invitavano a modificare nel fruitore il senso della pittura.

André Lhote (1885 – 1962)

Il pittore André Lhote, nell’agosto del 1932 su Nouvelle Revue Française, scrisse che Picasso dipingesse «dalla pittura» e non «dal vero», riprendendo, semplificando, complicando e deformando i procedimenti creativi, lavorando su una materia già trasposta su forme pittoriche, organizzate ex novo.

Stravinskij procederebbe nel modo analogo, creando sul creato ed agendo su elementi formali, che accomoderebbe a suo piacimento, essendo l’«arte» un «artificio», quindi un accomodamento, una combinazione più o meno cosciente. La materia prima creativa è già costruzione, è già artificio. Mentre il musicista risponde, colla sua poetica, agl’incitamenti della realtà, Stravinskij sembrerebbe reagire di fronte alla musica, in una meditazione, che si presenterebbe come riflessione dell’atteggiamento interiore del musicista verso la realtà. Per Picasso, l’universo è composto di forme plastiche artificiali; per Stravinskij il mondo è costituito da forme e da composizioni sonore, che generano il carattere inumano della sua arte nell’atmosfera rarefatta ma priva di sentimento e accompagnamenti psicologici o d’emozione reale. Ogni composizione vive del dono dell’ispirazione, causa di elementi melodici, che il compositore trova in sé, frutto della sua profonda rispondenza spirituale; al contrario, nel seguire il percorso compositivo dello Stravinskij la spontaneità ispirativa sembrerebbe deteriorarsi. Egli prelevò dai tesori della nostra cultura musicale, compiendo un innesto dell’arte sull’arte, significando il carattere così particolare della sua musica.

Stravinskij non copia, né stilizza, non appare quale compilatore o un commentatore, ma artista autentico, dotato di potente personalità, che si esprime ed agisce sull’arte.

Nella considerazione dell’opera di un grande musicista, ricerchiamo i semi nella generazione, che lo ha preceduto ed analizziamo il semi per coloro che lo seguiranno. La produzione stravinskijana dimostra una certa unità, che non dipende solo dall’impiego di una stessa tecnica o d’uno stesso linguaggio musicale, poiché, nel corso della sua carriera, ha cambiato più volte l’approccio tecnico. Egli compone, per raggiungere uno scopo preciso, scegliendo dei precipui procedimenti, i quali saranno rigettati a favore di ulteriori mezzi per ulteriori obiettivi da raggiungere, al fine di relazionare il mezzo con lo scopo. Le sue continue metamorfosi ispirative e tecniche sono la rappresentazione di una sola tendenza, che segue sin dal principio il fine di conquistare il centro della cultura musicale europea, conoscendone, a poco a poco, i principi di esso in una pratica sempre più libera dai suoi procedimenti.

Nonostante tutto, l’arte stravinskijana non presenta alcunché di rivoluzionario; egli è si un compositore che ha rinnovato la musica europea, operando nel perimetro stabilito dai suoi predecessori, al contrario dell’opera poetica di Debussy e di Schönberg  quale manifestazione di profonda ribellione ispirativa e tecnica.

Nikolaj Rimskij-Korsakov (1844 – 1908)

Stravinskij ha ricalcato i principi classici, essendo stato allievo di Rimskij Korsakov, al fine di trarne possibilità nuove nell’uso originale ed inedito; così come Picasso d’impadronì di forme giapponesi, nere, messicane, medievali, Stravinskij rimase un occidentale puro, assolutamente impermeabile all’esotismo, corruttore di tanti compositori suoi contemporanei.

Nella Sinfonia in mi, il compositore presenta formule liriche insieme a vaste costruzioni sonore, ereditate da Ciaikovskji, che travasa in un interessante modernismo nella cantata «Le faune et la bergère» («Il fauno e la pastorella»). Con il balletto L’oiseau de feu («L’uccello di fuoco»), di chiara derivazione descrittiva e pittoresca di Rimskij, inaugura la forma nazionale, attingendo direttamente dal folclore e impiegando temi popolari russi. I quattro balletti russi: «Petruška», «Renard», «Sacre du Printemps» («La sagra della primavera») e «Les noces» («Le nozze») manifesteranno una definitiva indipendenza dall’influenza dei suoi maestri, essendo ormai un creatore pienamente in possesso dei mezzi espressivi. Egli lavora su un materiale di danze popolari preesistente e quindi soggetto al logorio del tempo, manifestando un’attitudine puramente estetica verso questa materia.

Nelle sue opere, è avulso dal nazionalismo in musica, pur lavorando su melodie popolari, che considera al di fuori di ogni contesto geografico. Pulcinella, invece, non è un pastiche (un lavoro in cui il compositore deliberatamente elabori lo stile di uno o più autori), poiché lavora con estrema libertà, foggiando a suo piacere.

La Grande guerra, la Rivoluzione d’Ottobre lo allontanarono dalla sua patria, seppur il suo sviluppo non ne ebbe a soffrire, rimanendo fortemente radicato alle proprie radici culturali. Egli rivelò una straordinaria capacità nell’assimilare e dominare tutte le epoche, tutti gli aspetti così differenti della cultura musicale europea, recependo la tendenza all’universalismo russo, descritta da Dostoevskij.

L’arte stravinskijana rischiò d’impantanarsi nell’accademismo e nella stilizzazione soprattutto nel balletto «Le baiseer de la fée» («Il bacio della fata»), nella «Symphonie de Psaumes» («Sinfonia di Salmi») e nel «Concerto in re per violino e orchestra», laddove rivisita il procedimento nella ripetizione degli stessi effetti.

La sua opera non potrà essere dimenticata, continuerà ad essere viva ed offrire sempre nuovi stimoli intellettuali. Il solo, che avrà veramente saputo trarre profitto da Stravinskij, sarà il compositore, che agirà esattamente al contrario di ciò che Stravinskij ha fatto.

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