Gli Iperborei nel racconto di Diodoro Siculo

Diodoro Siculo

Diodoro Siculo fu un storico greco, vissuto intorno al I secolo a. C.; fu l’autore di una storia universale, Biblioteca (Βιβλιοϑήκη), composta da 40 libri.

Secondo il geografo Ecateo di Mileto (550 – 476 a. C.), un’isola dal suolo fertile, posta sotto al regione artica, sarebbe stata abitata dagli Iperborei. La terra avrebbe generato dai titani Latona, madre di Apollo, al quale il popolo avrebbe dedicato dei riti quotidiani all’interno di un bosco, dove vi sarebbe stato edificato un tempio a lui dedicato. I suoi cultori sarebbero stati anche degli ottimi suonatori di cetra, coi quali avrebbero accompagnato i canti dedicati al dio Sole.

Apollo del Belvedere (Musei Vaticani)

Curiosa la nascita mitologica della lira o cetra, attribuita appunto al dio Apollo dalle fonti omeriche dell’«Iliade», dell’«Odissea» e degl’«Inni».

Hermes bambino, dopo aver rubato una mandria di vacche ad Apollo, trovò una tartaruga e, giocandoci, la uccise, vuotandone il guscio, alla cui cavità vi applicò due bracci di canna, tra i quali sette corde tese. Apollo, rimasto incantato dal suono prodotto, accettò il neo strumento al posto della mandria. Siccome attraverso il suono della lira sarebbe stato possibile raggiungere la gioia, l’amore ed il dolce sonno, la poesia accompagnata dallo strumento fu definita musica razionale, indice di progressione per lo spirito razionale. Hermes, il pensiero, artefice della nascita di uno strumento, attraverso il quale offrire agli uomini la capacità di migliorarsi sul piano conoscitivo.

La luna (è la patria di Latona, mamma del pianeta antico) sembrava meno distante dalla terra e mostrava la parte prominente del suo volto.

Francesco Pozzi. Latona con Apollo ed Artemide (Scultura nella Galleria di Sculture, Chatsworth House, Londra)

Apollo vi tornava ogni diciotto anni, quando tutti i pianeti avrebbero riposizionato la loro presenza originaria, per suonare la cetra di notte, ballando all’Equinozio di Primavera fino alla nascita delle Pleiadi. L’importantissimo punto astronomico segna il risveglio della Primavera, stagione in cui Dio avrebbe creato l’universo (il thema mundi) ed in cui segna il dominio astrologico l’Ariete.

Gl’Iperborei furono in buoni rapporti coi Greci, tantoché qualcuno ne penetrò all’interno del paese, lasciandovi segno del passaggio.

Lo storico greco Erotodo (484 – 430 a. C.) e, più tardi, il geografo Strabone (60 – 21? a. C.) misero in dubbio l’esistenza degli Iperborei

Platone (428? – 348? A. C.) racconta che alcune tavole in lingua iperborea fossero conservate presso il tempio di Delo, dove sarebbero nati, secondo alcune dottrine mistiche, Apollo e Latona, celebrati in alcune feste mistiche in una lingua, che nessun scrittore antico avrebbe potuto tradurre. Le celebrazioni sembra fossero state introdotte da due sacerdotesse vergini, che avrebbero recato il sacro nascosto all’interno di un fascio di spighe di frumento, legate alla Primavera.

Lo scrittore e geografo greco Pausania (110 – 180) scrisse che il santuario di Delfi fosse stato edificato dagli Iperborei.

Un mistero ancora da decifrare.

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