Lettera dal carcere di Antonio Gramsci del 19 dicembre 1926

La lettera è indirizzata a Tania Schucht.

Il Gramsci informò la cognata, sulla vita detentiva ed ai riti della prigionia, cui fu sottoposto dopo l’arresto, avvenuto l’8 novembre 1926 alle ore 22. Il giorno 25 fu trasferito, insieme ad altri detenuti politici, in Sicilia, ad Ustica, dove arrivò il 7 dicembre.

Dopo aver lodato la gentilezza dei siciliani, definiti «molto gentili e ospitali», la sua attenzione si ferma sulla descrizione dei detenuti per reati comuni, sottoposti ad un regime assai restrittivo: «rinchiusi in speciali cameroni alle cinque del pomeriggio e stanno insieme tutta la notte (dalle cinque del pomeriggio alle sette del mattino)», e si rammarica, poiché sia «proibito di avere dei contatti con esseri ridotti a una vita tanto eccezionale: penso che si potrebbero fare delle osservazioni di psicologia e di folklore di carattere unico.

«Tutto ciò che di elementare sopravvive nell’uomo moderno, rigalleggia irresistibilmente: queste molecole polverizzate si raggruppano secondo principi che corrispondono a ciò che di essenziale esiste ancora negli strati popolari più sommersi. Quattro divisioni fondamentali esistono: i settentrionali, i centrali, i meridionali (con la Sicilia), i sardi. I sardi vivono assolutamente appartati dal resto. I settentrionali hanno una certa solidarietà tra loro, ma nessuna organizzazione, a quanto pare; essi si fanno un punto d’onore del fatto che sono ladri, borsaioli, truffatori, ma non hanno mai versato sangue.

Tra i centrali, i romani sono i meglio organizzati; non denunciano neanche le spie a quelli delle altre regioni, ma riserbano per loro la diffidenza. I meridionali sono organizzatissimi, a quanto si dice, ma tra di loro ci sono delle sottodivisioni: lo Stato Napoletano, lo Stato Pugliese, lo Stato Siciliano».

Il Filosofo pensò immediatamente alla sfera intellettuale, infatti: «l’amico Sraffa mi ha scritto che ha aperto per me un conto corrente illimitato presso una libreria di Milano, alla quale potrò richiedere giornali, riviste e libri; mi ha offerto inoltre tutti gli aiuti che voglio.

Come vedi, posso guardare all’avvenire con sufficiente serenità».

L’avvenire sereno grazie alla possibilità di acquistar libri, che lo rendessero migliore, completo; quanta differenza coi politici di oggi.

Un’ulteriore, giustificata preoccupazione la espresse in favore della famiglia, che, grazie ad un’assicurazione, avrebbe potuto affrontare il futuro con maggior serenità.

Poi un’ulteriore richiesta:

«Tra i libri da mandarmi includi i seguenti: – Hauser – LesGrandes puissances, Le prospettive economiche del Mortara per il 1926, i due Berlitz – tedesco e russo.

Tra gli oggetti vorrei un po’ di sapone, un po’ di acqua di colonia per la barba, uno spazzolino da denti con vetro di custodia, un po’ di dentifricio, un po’ di aspirina, una spazzola per i panni.

Carissima Tatiana, ti abbraccio affettuosamente.

Antonio».

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